venerdì 17 dicembre 2010

portarono l'esperanto in Italia



Comunicato stampa della FEI che ricevo e pubblico

Sabato 18 dicembre 2010, alle ore 10.30, presso la Cappella dell'Annunziata di San Vito al Tagliamento (PN), sarà celebrata una S. Messa in Esperanto per commemorare il 50° anniversario della scomparsa di Antonio Paolet, primo editore esperantista in Italia. Nato nel 1880, era successivamente emigrato in Germania, dove aveva appreso l’arte della stampa e l’esperanto. Tornato in Italia, per la precisione a San Vito al Tagliamento, Paolet diventò il punto di riferimento per l'editoria esperantista in Italia fino alla fine degli anni cinquanta.

Il prossimo 1° gennaio, inoltre, sarà ricordato, nel 165° anniversario dalla nascita, Daniele Marignoni, primo esperantista italiano. Avvicinatosi all'Esperanto durante un soggiorno a Parigi, ne pubblicò la prima grammatica in lingua italiana nel 1890. Nel 1905, a Boulogne-sur-Mer (Francia), Marignoni partecipò al primo Congresso Universale di Esperanto e fu nominato membro del Lingva Komitato, l'equivalente dell'italiana Accademia della Crusca. Oggi il pioniere dell'esperanto in Italia riposa accanto agli altri cremaschi illustri nel Famedio.

martedì 14 dicembre 2010

IL MONDO RICORDA IL CREATORE DELL'ESPERANTO


Comunicato stampa emesso dalla FEI che ricevo e pubblico

Domani 15 dicembre 2010 Ludwik Lejzer Zamenhof, creatore dell'esperanto, verrà ricordato con manifestazioni in tutto il mondo nel 151° anniversario dalla sua nascita. Lo studioso polacco, riconosciuto nel 1959 dall'Unesco come “una delle grandi personalità dell'Umanità”, è nato a Bialystok, città polacca allora appartenente all'impero russo, dove maturò l'interesse verso le lingue e la ricerca di uno strumento di intercomprensione tra i popoli tale da superare le barriere tra le etnie. L'Esperanto, presentato per la prima volta nel 1887, nasceva da queste premesse e rappresentava il primo passo verso l'Homaranismo, un progetto di fratellanza universale elaborato nel 1906 da Zamenhof.
Lo studioso polacco, all'avvicinarsi del primo conflitto mondiale, lanciò un ultimo disperato “Appello ai diplomatici”, pubblicato in inglese e in esperanto, invocando il rispetto dei diritti di tutti i cittadini dei singoli stati a prescindere dalla loro etnia, perché “Ogni paese deve appartenere moralmente e materialmente a tutti i suoi abitanti naturali e naturalizzati, qualsiasi sia la loro lingua, religione o supposta provenienza”.
Zamenhof morì il 14 aprile 1917, davanti crollo del suo sogno di fratellanza tra i popoli. I suoi ideali, vivono oggi nell'Esperanto, parlato nel mondo da una comunità di diversi milioni di persone. La lingua, infatti, è sopravvissuta alle persecuzioni naziste ed alle purghe staliniane ed ha maturato in oltre 120 anni di storia una propria cultura e letteratura, di cui hanno preso atto le comunità scientifiche e politiche, e che è alla base di due risoluzioni UNESCO (Montevideo 1954 e Sofia 1985).

sabato 11 dicembre 2010

15-a de decembro: zamenhofa tago, tago de la libro en Esperanto, tago de Esperanto

Grassetto
da Renato Corsetti ricevo e pubblico

Karaj esperantistoj,

kun plezuro mi vidas vojaĝi tra la regionaj listoj en Italujo anoncoj pri festoj ĉirkaŭ la 15-a de decembro. En kelkaj grupoj la festo okazas en la posta semajnfino en kelkaj aliaj dum la semajno.

Malgraŭ tio, ke multaj signifoj estis dum la jardekoj aldonitaj al ĉi tiu tago, kerne ĝi restas iuspeca, familia festado mense kunligita kun la pli grandaj festoj okazontaj iom poste en la monato.

Ĉi-jare ne estas atendebla la kunfestado fare de Google, kiu okazis pasintjare, sed multaj estas organiziĝantaj, por ke en "Twitter" la nombro da "pepoj" (=mesaĝoj) kun la vorto Esperanto estu tiom, ke Esperanto iĝu unu el la vortoj de la tago. Mi esperas, ke ankaŭ multaj ret-alkoholuloj italaj partoprenos dum la tago. Sed, se vi povas, partoprenu ankaŭ lokan feston kaj kunmanĝu la "panetono-n/milanan kukon" (La vortaro de Minnaja prezentas ambaŭ eblecojn).

Temas pri okazo fizike kunsolidari kun homoj, kun kiuj ni kunlaboradis la tutan jaron por plibonigi la mondon pere de Esperanto. Ĉi tiun jaron ni povas festi kun la sento, ke per la laboro de vi ĉiuj Itala Esperanto-Federacio sukcesis inde solenigi sian cent-jariĝon per serio de aranĝoj, kiuj provis ankoraŭfoje klarigi al la itala socio, kio estas Esperanto, kaj kial ni estas centjaraj kaj samtempe tiom entuziasme junaj disvastigi la justan lingvon, alivorte justecon en la kampo de lingvoj.

Dankon al ĉiuj italaj esperantistoj kaj bondezirojn al ili okaze de la 15-a de decembro.

Amike

Renato

TRADUZIONE

15 dicembre: giornata di Zamenhof, giornata del libro in esperanto, giornata dell’esperanto

Cari esperantisti,

con piacere vedo annunci che corrono tra le liste di discussione regionali in Italia sui festeggiamenti per la data del 15 dicembre. In alcuni gruppi la festa si svolge nel finesettimana successivo, in alcuni altri durante la settimana.

Benché molti significati siano stati via via dati durante i decenni a questa giornata, essenzialmente essa resta in qualche modo una festa familiare collegata nella nostra mente alle feste maggiori che avverrano un po’ dopo durante queto mese.

Quest’anno non possiamo aspettarci la partecipazione alla festa da parte di Google, come avvenne l’anno scorso, ma molti si stanno organizzando affinché in Twitter il numero dei “pigolii” (=messaggi) con la parola esperanto siano tanti, che si debba dichiarare l’esperanto unu delle parole del giorno. Spero che anche molti “retedipendenti” italiani parteciperanno a questa attività il 15. Ma, se potete, partecipate anche ad una festa locale e mangiate insieme agli altri il panettone (Il grande vocabolario italiano-esperanto di C. Minnaja lo traduce “panetono” oppure “milana kuko”).

Si tratta di una occasione per essere fisicamente in contatto e per solidarizzare con le persone con le quali abbiamno collaborato durante tutto un anno nell’attività per rendere il mondo migliore per mezzo dell’esperanto. Quest’anno possiamo festeggiare con il sentimento che, con il lavoro di tutti voi la Federazione Esperantista Italiana è riuscita a celebrare degnamente il suo centenario con una serie di attività, che hanno provato ancora una volta a spiegare alla società italiana, che cosa è l’esperanto e perché noi abbiamo cent’anni ma allo stesso tempo siamo dei giovani entusiasti di diffondere la lingua equa, o in altre parole la giustizia nel campo delle lingue.

Grazie a tutti gli esperantisti italiani ed auguri in occasione del 15 dicembre.

Cordialmente

Renato





giovedì 9 dicembre 2010

A ENRICA BONACCORTI IL PREMIO "GUERRIERO DI CAPESTRANO" 2010

Comunicato Stampa da parte di
Esperanto Italia - FEI


E' Enrica Bonaccorti la vincitrice del Premio “Guerriero di Capestrano” 2010, che le sarà consegnato l'11 dicembre prossimo a Pescara, nella sala della figlia di Jorio del Palazzo della Provincia, con una cerimonia a cui tutta la cittadinanza è invitata (ingresso libero). Dopo la premiazione la conduttrice di "Tornando a casa" (Radio1, dal lunedì al venerdì ore 17:40 – 18:55) si intratterrà volentieri con il pubblico, anche per firmare copie dei suoi ultimi libri ("La Pecora rossa" e "L'uomo immobile").

Enrica Buonaccorti riceverà il Premio “per l'interesse dimostrato nei confronti della comunicazione e della discriminazione linguistica”, avendo dedicato una intera trasmissione (18/01/2010) all'Esperanto ed alle implicazioni della guerra delle lingue.

L'adozione di una lingua etnica a livello internazionale in contesti quali, ad esempio, l'Unione Europea pone, infatti, il problema dell'uguaglianza tra le lingue e le culture creando rapporti di supremazia, politica, economia e sociale tra gli Stati e tra gli individui. L'Esperanto, invece, è nato come strumento di comunicazione neutrale, tale da non avvantaggiare nessun popolo ma di permettere a tutti il rapido apprendimento e uso. Si tratta di una lingua con una propria storia e letteratura, patrimonio di tutta l'umanità e non di un solo popolo.

giovedì 11 novembre 2010

TV Centro Marche e Radio Margherita

Dai Prof. Aldo Grassini e Renato Corsetti ricevo e pubblico:

Carissimi,
il nuovo spot sull'esperanto viene trasmesso, a partire da oggi e fino al 22 novembre, da TV Centro Marche tre volte al giorno (in orari diversi tra mezzogiorno e mezzanotte) e solo in forma sonora da Radio Margherita alle 8,15, alle 10,15 e alle 15,15 nello stesso perido.
Continuano le trasmissioni televisive di E'TV dopo i telegiornali delle 19,20, delle 20,20 e delle 6,45 (fino al 18 novembre).
Cari saluti
Aldo


Spero vi piaccia !!!!

domenica 7 novembre 2010

L'Italia deve sostenere di piu' la propria lingua


comunicato stampa della FEI


La Federazione Esperantista Italiana invita le autorità competenti a prendere maggiormente a cuore le sorti dell'insegnamento della lingua italiana all'estero.
Il confronto con gli altri paesi dell'Unione Europea è inevitabile: il British Council gode di un finanziamento pubblico da 220 milioni di euro, il Goethe Institut e lo spagnolo Cervantes hanno a disposizione rispettivamente 218 e 90 milioni. I fondi a disposizione del portoghese Camoes (13 milioni) e dell'Alliance Française (10,6 milioni) sono più contenuti ma decisamente superiori a quelli destinati alla nostra "Società Dante Alighieri".
Come già denunciato da Repubblica, dal 2011 l'ente che promuove la cultura italiana nel mondo dovrà provvedere ad ogni sua funzione con 600 mila euro.
Non mancano, inoltre, altri segnali allarmanti: poche settimane fa, Andreas Wieland, direttore di "Graubünden Ferien" ha affermato che nelle scuole dell'obbligo della parte germanofona del cantone dei Grigioni l'insegnamento dell'italiano e del romancio va abbandonato a favore dell'inglese.
Le due lingue non sarebbero altro che mero folclore e quindi irrilevanti nel mondo economico e professionale.
La congiuntura economico-finanziaria non è positiva, ma bisogna trovare le risorse - economiche, politiche e morali - per tutelare la lingua italiana.
La questione del brevetto europeo è soltanto uno dei tanti esempi: l'elezione quale lingua procedurale del solo inglese o anche del francese e del tedesco equivale a danneggiare non solo le aziende ma l'intero sistema-paese.
Il caso, nello specifico, evidenzia la necessità di una lingua franca, all'interno dell'Unione Europea, tale da non svantaggiare nessuno stato e nessun cittadino.
Un problema che non va evitato e che ha un'unica soluzione: l'esperanto.

martedì 26 ottobre 2010

PREMIO "ZAMENHOF - LE VOCI DELLA PACE"


Dal Presidente della Fei Renato Corsetti ricevo e pubblico:

GIOVEDI' 18 NOVEMBRE ORE 21

ANCONA, TEATRO SPERIMENTALE "L. ARENA", VIA REDIPUGLIA 57

PREMIO "ZAMENHOF - LE VOCI DELLA PACE"
PREMIO "UMBERTO STOPPOLONI - LE INTEGRAZIONI IMPOSSIBILI IX EDIZIONE

La scultura bronzea "La Vojagxisto" del m.o Floriano Ippoliti sarà assegnata
quest'anno per il Premio "Zamenhof" a:

- NICCOLO' FABI, il cantautore impegnato in concerti di beneficenza
per
sostenere iniziative in campo scolastico e sanitario in Africa (Sudan,
Angola);
- il prof. ROCCO ALTIERI, docente di Teoria e Prassi della Non
Violenza
presso l'Università di Pisa, impegnato nella pedagogia della pace e della
non violenza come intellettuale e come cittadino;
- - SUOR MARIA PIA DA RECANATI, Superiora per l'Italia
Centrosettentrionale
delle Missionarie della Carità, fondate da Madre Teresa di Calcutta ed
operanti nel mondo per alleviare le sofferenze di chi vive la malattia e la
povertà in contesti di emarginazione e di miseria.
Il Premio "Stoppoloni" sarà assegnato all'Associazione INSENSINVERSO che
opera nel quartiere romano della Magliana per l'integrazione delle diverse
etnie attraverso l'insegnamento della lingua italiana.

Concluderà la serata il concerto del pianista Marco Vergini, con musiche
di Schumann, Chopin, Liszt e Debussy.

Con il Patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Ancona, del
Comune di Ancona e del Museo Tattile Statale "Omero"
Sponsor: Costruzioni Elle e Mariotti Costruzioni

Per eventuali prenotazioni alberghiere rivolgersi a Daniela Bottegoni,
339/8007222.
Il Premio "Zamenhof" è nato nel 2002 con il duplice intento di segnalare
all'opinione pubblica, attraverso i media, alcuni esempi di vita,
alternativi ai modelli che quotidianamente ci vengono proposti da una
società fondata sull'individualismo, e in secondo luogo di offrire una più
profonda conoscenza del Movimento Esperantista attraverso i suoi valori
fondanti: la pace, la solidarietà tra i popoli, il rispetto per tutte le
lingue e tutte le culture.
In questi otto anni la manifestazione ci ha fatto conoscere da un pubblico
sempre più numeroso, guadagnandoci la stima e la considerazione delle
autorità, dei mezzi di comunicazione, di associazioni impegnate nella
promozione di valori idedntici o contigui e di molti intellettuali di
rilievo. Abbiamo collaborato con artisti importanti quali Valeriano
Trubbiani, Loreno Sguanci e Floriano Ippoliti; siamo venuti in contatto con
personaggi dello spettacolo assai noti (Luca Zingaretti, Lella Costa,
Claudio Abbado, Moni Ovadia, tanto per citarne alcuni) e con operatori
sociali e culturali meno conosciuti ma capaci di incidere profondamente in
alcune realtà sociali.
Questa manifestazione, così importante e complessa, finora è sempre
riuscita ad autofinanziarsi.
Il Premio "Stoppoloni", ispirato alla figura di un grande esperantista e
promosso dai familiari, oltre che dal Gruppo Esperantista Pistoiese, è nato
insieme con il Premio "Zamenhof" e lo ha accompagnato in tutto il suo
cammino. Esso si propone di far conoscere ed aiutare alcune iniziative di
solidarietà sociale che soltanto il coraggio e la dedizione di pochi
riescono a trar fuori dal regno dell'impossibile.

mercoledì 20 ottobre 2010

MAZI EN GONDOLANDO

IMPARARESORRIDENDO

Il primo di 18 video, i cui restanti li potrete vedere cliccando QUI
Buon apprendimento e ....divertimento

martedì 28 settembre 2010

LUPO ALBERTO IN ESPERANTO


Navigando in rete sulle pagine della IEJ mi sono imbattuto in questo articolo che qui copio incollo ritenendo che possa interessare a qualche appassoniato di fumetti. (FG)

Nel 2010, dopo il successo di Rat-Man in esperanto (2007) e di Diabolik in esperanto (2009), il progetto RoMEo ha realizzato la traduzione di un nuovo fumetto italiano.

Questa volta si tratta di Lupo Alberto, il lupo più famoso del mondo dei fumetti!

Ideato oltre trent'anni fa da Guido Silvestri, in arte Silver, Alberto è sin dalle origini perdutamente innamorato della gallina Marta, che cerca di conquistare in ogni modo; proverbiali sono anche la sua amicizia con Enrico la Talpa e le sue battaglie contro il cane da guardia Mosè.

Il progetto RoMEo, in collaborazione con l'editrice Edistudio di Pisa, la Gioventù Esperantista Italiana e (per la prima volta) il Centro Esperanto di Torino, ha omaggiato Lupo Alberto con un albo di 144 pagine contenente le prime strisce a fumetti e i racconti più divertenti della fattoria; pagine redazionali presentano inoltre al lettore la storia di Silver e i vari personaggi della fattoria, oltre ad ospitare due vignette inedite - una delle quali proposta dallo stesso Silver - che parlano dell'esperanto.

Il fumetto è in vendita a 7,50 euro e può essere acquistato tramite il nostro sito, tramite Edistudio, tramite il CET e presso i principali incontri esperantisti italiani e internazionali.

Per qualsiasi altra richiesta di informazioni, contattaci all'indirizzo iej@esperanto.it.

Posso dare una sbirciatina?
Clicca sulla copertina e sulla pagina interna per visualizzare le immagini ingrandite!

venerdì 3 settembre 2010

CONGRESSO MONDIALE ESPERANTISTA CON LA SUA RISOLUZIONE

Il prof. Aldo Grassini, era lì all'Avana in qualità di congressista. Queste le sue impressioni:

L'Havana quest'anno è stata la capitale del mondo esperantista. Le occasioni di incontro per chi parla la Lingua Internazionale sono molte in tutto il pianeta, ma il Congresso Universale rappresenta il momento fondamentale, l'appuntamento più significativo e più importante. Dal 1905 (Boulogne-Sur-Mer, Francia) si svolge ogni anno in un Paese diverso e nel 2010 ha avuto luogo nell'isola di Cuba. E' stato un bel congresso con il solito nutritissimo programma che ogni giorno offre decine di proposte culturali, ricreative, turistiche e di lavoro (riunioni organizzative dell'Associazione Mondiale di Esperanto e di molti altri gruppi ed associazioni di categoria). Il tema del Congresso riguardava l'anno dell'avvicinamento delle culture così come proclamato dalle Nazioni Unite (la risoluzione finale potrà essere letta a parte). Come già detto, a ciò si sono aggiunte una miriade di altre iniziative: dieci cnferenze tenute da illustri docenti di università di tutto il mondo, escursioni, concerti, spettacoli teatrali. La più applaudita, tra questi ultimi, è stata la rappresentazione della "Lezione" di Jonesco, proposta da un attore italiano, il dr. Giuliano Turone, un esperantista ex procuratore della repubblica di Milano, un tempo molto noto per alcune importanti inchieste tra cui il caso Sindona e la P2. Voglio anche segnalare una conferenza sulle lingue d'origine maya del Guatemala, svolta da un esperto indigeno.
Hanno partecipato 1002 delegati da 59 Paesi, circa la metà rispetto a Byalistok (Polonia) nel 2009, ma non si pensi ad un risultato modesto: non dimentichiamo che gli esperantisti viaggiano a proprie spese e che Cuba è lontana dalll'Europa e dal Giappone, che offrono il maggior numero di congressisti; in oltre gli Stati Uniti d'America non hanno concesso il visto ai propri cittadini a causa dell'embargo contro Cuba, anche se qualche statunitense è comunque venuto, diciamo, di straforo. In compenso c'erano diversi rappresentanti dei Paesi latino-americani che di solito non si vedono ai congressi, oltre, come sempre, al buon numero di brasiliani. Noi italiani eravamo una cinquantina, tra cui sette marchigiani: un discreto numero. Siamo anche stati ricevuti dall'Ambasciatore italiano a Cuba.
Ovviamente l'unica lingua di comunicazione in questo congresso era l'espepranto.
Arrivederci l'anno prossimo a Copenaghen e nel 2012 ad Hanoj.
Aldo Grassini

Questa invece la

RISOLUZIONE DEL 95° CONGRESSO MONDIALE DI ESPERANTO

Il 95esimo Congresso Mondiale di Esperanto,
riunitosi all'Avana (Cuba) con 1002 partecipanti provenienti da 59 Paesi,

Considerando che le Nazioni Unite hanno
dichiarato l'anno 2010 Anno Internazionale
dell'Avvicinamento delle Culture, constata:

- che la diversita' delle culture nel mondo
contribuisce in maniera essenziale alla ricchezza dell'umanita' ;
- che gia' durante 123 anni l'esperanto come
lingua neutrale ha aiutato a costruire ponti tra i popoli e le culture , e
- che i Congressi Mondiali di Esperanto, riunendo
popoli dei paesi piu' diversi del mondo, danno
essi stessi una testimonianza di questa capacita' a costruire ponti.

Dichiara il desiderio dei parlanti di esperanto
di agire insieme alle Nazioni Unite ed all'Unesco
per stimolare il desiderio di comprensione tra i
popoli e per proteggere allo stesso tempo l'identita' di tutti i gruppi
umani,

ed invita le Nazioni Unite e l'Unesco ad usare
pienamente i rapporti di collaborazione con
l'Associazione Mondiale di Esperanto allo scopo
di realzzare piu' efficacemente i propri scopi.

L'Avana, 24 luglio 2010

venerdì 20 agosto 2010

Un congresso per festeggiare cento anni di comunicazione tra i popoli


COMUNICATO STAMPA FEI

Il Congresso Italiano di Esperanto, che si svolgerà a Lignano Sabbiadoro dal 21 al 28 agosto, festeggia quest’anno il giubileo della Federazione Esperantista Italiana, l’ente che da ormai cento anni si occupa della divulgazione dell’esperanto sul territorio nazionale.

L’esperanto, lingua internazionale politicamente neutrale, è nato con l’obiettivo di facilitare il dialogo tra popoli di lingue diverse, favorendo dunque lo scambio di idee e la conoscenza delle reciproche culture e garantendo, allo stesso tempo, che tale scambio si svolga a un livello pienamente paritario.

Proprio il tema della tutela dei diritti linguistici nell’ambito della Comunità Europea, oggi sempre più ampia e ricca di etnie, sarà al centro dei seminari e delle conferenze di questo Congresso Italiano, che si annuncia come il più multiculturale di sempre, contando circa trecento iscritti da 36 nazioni, molti da paesi europei nuovi annessi e da possibili futuri candidati.

L'esperanto, come lingua per i rapporti internazionali, non si prefigge di sostituire le altre lingue, ma anzi di fungere da schermo, dietro il quale le altre lingue possono liberamente essere usate e svilupparsi all'interno dei singoli Paesi, etnie, ecc. Oggi invece, l'uso di una lingua nazionale come lingua franca porta ad una situazione di continua pressione affinché anche all'interno dei Paesi di altra lingua alcune delle funzioni delle lingue nazionali vengano assorbite dalla lingua franca. In pratica in Italia alcune cose vengono sempre più fatte direttamente in inglese con conseguente discriminazione degli italiani, che non parlano inglese, e con la progressiva riduzione dell'italiano a dialetto europeo. A livello europeo questo significa dividere i cittadini europei in due caste, anche considerando che coloro che già parlano una lingua germanica, come nell'Europa del Nord hanno maggiore facilità a parlare in inglese.

A questo tema saranno dedicati una serie di incontri tenuti dal segretario della Unione Esperantista Europea, Zlatko Tiŝljar.

Ma il programma culturale del congresso non si limita al tema congressuale. Ci saranno corsi di esperanto per principianti e di livello superiore, tenuti da insegnanti di esperanto con lunga esperienza in molti Paesi, Anna Lowenstein e Gražina Opulskienė, ed un seminario sulla didattica dell'esperanto con successivi esami secondo le norme del quadro europeo di riferimento per le conoscenze linguistiche.

Tatjana Aŭderskaja e Nina Danylyuk, ucraine, parleranno di temi legati al folclore ucraino, Roman Dobrzyński di Chopin, in occasione dell'Anno internazionale di Chopin, Johan Derks e Svetlana Svetlana Milanovič parleranno invece di progetti educativi in Africa in corso di realizzazione da parte degli esperantisti. Davide Astori, docente di linguistica generale all'Università di Parma, fa la parte del leone, con corsi di italiano per stranieri, tenuti in esperanto, con una conferenza "Ma l'esperanto è davvero una lingua?" e con un'altra conferenza sulle idee di fratellanza umana di Zamenhof, iniziatore della lingua.

Verrà presentata anche al pubblico di Lignano la cultura esperantista in molte delle sue sfaccettature. Cantanti e gruppi come JoMo, dalla Francia, Mikaelo Bronŝtein, dalla Russia, Georgo Handzlik, dalla Polonia, Ĵomart e Nataŝa, dalla Svezia, offriranno un panorama variegato di quella cultura, sconosciuta a molti, che i parlanti di esperanto vanno creando in questi ultimi anni.

Tutto questo avverrà in solo esperanto e per una settimana i 300 partecipanti provenienti da 35 paesi renderanno Lignano una piccola capitale dell'esperanto, una lingua alla quale i politici europei farebbero bene a guardare tra un quota latte, una direttiva sulla curvatura delle banane ed un bellissimo discorso sul multilinguismo, fatto solo in inglese.

sabato 10 luglio 2010

UN CONGRESSO MONDIALE SENZA INTERPRETI

Comunicato stampa della FEI, che ricevo e pubblico:

Una cinquantina di parlanti di esperanto italiani parteciperanno al 95-esimo Congresso Mondiale di Esperanto, http://www.uea.org/kongresoj/uk_2010.html, che si terrà all’Avana dal 17 al 24 luglio 2010.

Tema del congresso

L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato l’anno 2010 Anno Internazionale del Ravvicinamento delle Culture . http://www.unesco.it/cni/index.php/cultura/2010-anno-internazionale-riavvicinamento-alle-culture

Questo tema, che tocca profondamente gli esperantisti, è stato adottato come tema ufficiale del Congresso. L'esperanto, lingua internazionale politicamente neutrale, è in effetti uno struemnto molto efficace per concretizzare il riavvicinamento delle culture. E i partecipanti a questo congresso, originari di più di cinquanta paesi, potranno discutere questo tema e molti altri ancora senza aver bisogno di interpreti ed in una vera atmosfera di uguaglianza linguistica/culturale.

La presenza dell’esperanto nel mondo

L'esperanto è una lingua internazionale pianificata per facilitare la comunicazione interetnica. Esiste già da 123 anni e continua a diffondersi, www.esperanto.it. Il suo apprendimento è nettamente più rapido di qeullo delle altre lingue e la sua struttura, composta di radici lessicali alle quali si aggiungono prefissi e suffissi aggiunge un aspetto ludico allo studio. Questa lingua è una realtà che fa parte del quotidiano di un gran numero di persone sul nostro pianeta, è anche uno strumento di comunicazione politicamente neutrale e una cultura. Essa permette di restare legati alla propria identità locale e contemporanemanete di aprirsi alla diversità delle culture del mondo.

Si può misurare il successo dell’esperanto dalle cifre che seguono: decine di milioni di pagine pubblicate in rete, 131.444 articoli in esperanto sulla Wikipedia, http://eo.wikipedia.org/wiki/Vikipedio:Ĉefpaĝo (spesso di alta qualità. Non è raro che spesso sorpassino per qualità, su alcuni temi, quelli in italiano.) e una quantità di libri pubblicati che sorpassano le 30.000 opere letterarie a tutt’oggi in esperanto.

L'Associazione Mondiale di Esperanto, <http://www.uea.org/>, organizza ogni anno questo congresso in un paese differente. In genere questo tipo di congresso riunisce migliaia di persone venute da una cinquantina di Paesi che si interessano di contatti internazionali e di scambi culturali internazionali. Quest’anno i giovani parlanti di esperanto di una quarantina di Paesi si riuniscono anche loro a Cuba, nel quadro del 66° Congresso Internazionale Giovanile, http://www.tejo.org/ijk/2010/Main/Bonvenon .

Ma a fianco di questi congressi mondiali numerosissimi avvenimenti sono organizzati durante tutto l’anno in tutti i continenti: congressi nazionali ma anche festival musicali, teatrali, letterari, incontri scientifici o sportivi, scambi culturali e umani diversi, il tutto basato su una uguaglianza a livello di comunicazione grazie all’impiego dell’esperanto.

L’esperanto in Italia

E’ presente dall’inizio del secolo scorso. I cento anni della Federazione Esperantista Italiana, www.esperanto.it, sono stati celebrati a marzo in Palazzo Vecchio a Firenze sotto l’egida della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco. Proposte di legge per l’insegnamento dell’esperanto nelle scuole sono state presentate a più riprese al Parlamento Italiano. L’ultimo congresso mondiale di esperanto ospitato in Italia si è svolto a Firenze nel 2006 sotto l’alto patronato di Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica.

La televisione italiana trasmette regolarmente programmi sull’esperanto e sulla attività degli esperantisti in Italia, mentre corsi di apprendimento in rete sono molto frequentati, http://www.esperanto.it/corsi.htm. Il prossimo congresso italiano di esperanto si terrà a Lignano Sabbiadoro (Udine) dal 21 di agosto. http://italakongreso.esperantoitalia.it/.

sabato 26 giugno 2010

L’ESPERANTO… E IL MARE DI SENIGALLIA


di Franco Giannini

…conclusa la settimana di corso per principianti, ma non solo…


Il 1° corso per principianti, organizzato da Daniela e Aldo Grassini dell’ Associazione Italiana dei Ciechi Esperantisti, ha avuto come sua prima location l’Hotel Ancore, sul lungomare Mameli di Cesano di Senigallia. Il perché di questo corso di tre ore giornaliere per un totale di 18 ore, sta tutto nel fatto che i coniugi Grassini, hanno voluto offrire ai loro ospiti, oltre la possibilità di apprendere, si, le regole basilari della lingua senza confini, ideata da Zamenhof, un breve soggiorno che dopo l’impegno “scolastico” garantisse un po’ di rilassante tintarella sulla sabbia di veluto e perché no, anche un bagno ristoratore. Anche se, confessa Aldo, “…i primi giorni, con quel tempo cane che ha fatto , ci si erano stretti i panni addosso“.
Racconta ancora Aldo Grassini, che non pensava mai di ricevere tante adesioni, un vero insperato successo, se si pensa che gli aderenti al corso, tra parenti ed accompagnatori, sono stati circa una quarantina. Considerando che l’annuncio era stato fatto sulle pagine di riviste scritte in Braille.
Tanto che poi, gli organizzatori si sono visti costretti a dividere gli aspiranti esperantisti in due gruppi di corsisti, affidando la conduzione del primo al Sig. Pier Luigi Da Costa di Lucca, mentre sulla cattedra del secondo è stata fatta sedere la Sig.ra Ana Montesinos, di nazionalità spagnola, come denota il suo nome, ma coniugata e residente a Londra. Cosa questa che ha dato anche un tocco di internazionalità a questo incontro.
Essendo lei spagnola e gli allievi italiani, c’è stata un maggior immediatezza di apprendimento, perché il bisogno di intendersi ha fatto di questa necessità, virtù.
“Il mondo è piccolo”, mi dice Aldo, raccontandomi come ha conosciuto la Sig.ra Ana : casualmente in un museo in Lituania e sempre casualmente si sono ritrovati a Bialystock, città natale di Zamenhof, in Polonia, ed ancora più casualmente lei ha letto l’annuncio di questo corso…
Le città rappresentate dai corsisti sono state quelle di Roma (forse con più partecipanti), Bologna, Firenze, Milano, Torino, Venezia, Lucca, perfino da Catania…e si anche Ancona considerando Daniela ed Aldo che però principianti non lo sono assolutamente!
Il corso era iniziato Domenica 20 c.m. con l’arrivo degli allievi e loro accompagnatori in albergo e si è concluso ieri sera 25, con una breve passeggiata sul lungomare, dopo cena, per concludere nel modo più classico, ma anche il più semplice, sia il corso che la serata estiva…Ed allora che c’è di meglio che un gelato in compagnia e seduti sul muretto ferma sabbia, a ridere e scherzare? Poi i saluti tra persone che erano arrivate a Senigallia e non si conoscevano e che ripartiranno l’indomani con, nel bagaglio, quaranta nuove amichevoli conoscenze. Se ne andranno, come ho sentito dir loro, felici ed appagati ed un pizzico di nostalgia, per la positiva esperienza che hanno vissuto: piacevolmente rilassante ed appagati per l‘accoglienza che hanno ricevuto, istruttiva ed in principal modo umana. Si, perché l’Esperanto, oltre che una lingua di pace e senza confini politici, è anche questo: amicizia !!

lunedì 31 maggio 2010

La Marcia per la pace Perugia-Assisi... continua


"Contro la crisi più grande"

Lettera aperta ai partecipanti alla Marcia per la pace Perugia-Assisi del 16 maggio 2010

di Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace

Perugia, 26 maggio 2010

Incontriamoci il 2 e 3 luglio 2010 a Senigallia, in occasione della festa di Caterpillar. Progettiamo la strada che vogliamo fare insieme. Dal 16 maggio 2010 al 25 settembre 2011.

Care amiche e cari amici,

dopo aver combattuto una battaglia impari contro Giove pluvio, viene quasi voglia di ringraziarlo. Vedere così tanta gente camminare serenamente da Perugia ad Assisi, nonostante le pessime condizioni atmosferiche, ha colpito tutti. In un tempo carico di amarezze, tristezza e smarrimento, è stato come riscoprire un tesoro andato perduto. La pioggia gli ha restituito la brillantezza dei colori originali, come un dipinto di Giotto dopo un accurato restauro. Un tesoro. Tanta gente, bella, determinata e soprattutto vera. Gente che ha un’altra idea della pace e delle cose che dobbiamo fare tutti per costruirla. Gente salda nelle proprie convinzioni. Gente che ci crede. E siccome ci crede veramente, ci lavora, s’impegna, si spende.

Questa è la Perugia-Assisi. Una marcia sorprendente. La Marcia che ancora una volta ha sorpreso tutti. Quelli che ci sono venuti e temevano le conseguenze del maltempo, quelli che l’hanno snobbata sin dall’inizio, quelli che avevano giurato che saremmo stati in pochi, quelli che hanno fatto il tifo contro di noi, quelli che ancora oggi vanno a dire in giro che non eravamo centomila, quelli che non si sono nemmeno degnati di venirla a vedere, quelli che l’hanno vista e hanno scelto di nasconderla a tutti gli altri.

E’ stato bello ritrovarsi. E riscoprirsi ancora in tanti. E’ stato come fare il pieno di energia. Ci servirà per continuare il cammino. Con ancora più coraggio e determinazione.

Spero che i familiari delle vittime e i testimoni di tante ingiustizie e violazioni dei diritti umani, i lavoratori delle aziende in crisi che hanno vissuto con noi quei momenti abbiamo raccolto tutta la solidarietà più autentica che meritano.

Grazie!

Il primo “grazie” va ai 5362 che, prima della Marcia, sotto una pioggia scrosciante, hanno partecipato al Forum della pace e al Meeting nazionale delle scuole “Cittadinanza e Costituzione” . Ragazzi, ragazze, insegnanti, giovani, bambini, amministratori locali, giornalisti, responsabili di gruppi e associazioni impegnati per tre giorni ad ascoltare, condividere, imparare, riflettere e progettare un paese e un mondo migliore. La loro attenzione e il loro impegno, il loro entusiasmo e la loro pazienza hanno mostrato a tutti la strada che dobbiamo percorrere.

Un grande “Grazie” a tutti coloro che, in un modo o nell’altro, ci hanno aiutato a progettarlo e a realizzarlo con passione. Grazie a chi lo ha fatto in prima persona senza risparmiare energie. Grazie alle 660 associazioni che hanno aderito, a tutte quelle che ci sono state con i propri progetti e i propri operatori e a tutti coloro che si sono messi a disposizione con grande generosità e impegno. E’ stata una grande impresa collettiva che non mancherà di dare buoni frutti.

Grazie a tutti quelli che sono venuti alla marcia, a chi ha organizzato i pullman, gli incontri con gli ospiti internazionali e le conferenze stampa, grazie a chi ha coinvolto gli immigrati, a chi ha facilitato la partecipazione delle scuole e dei giovani. Le adesioni sono state davvero tantissime: 1165 provenienti da 645 città di tutte le province italiane.

Grazie a 337 Comuni, Province e Regioni che anche questa volta hanno aderito e sostenuto l’organizzazione della Marcia a partire dalla Provincia di Perugia, dalla Regione dell’Umbria e dai Comuni di Perugia e Assisi. Grazie anche alla prefettura, alla questura, alla protezione civile e a tutte le istituzioni che hanno contribuito al buon svolgimento della manifestazione.

Un ringraziamento particolare lo dobbiamo ai giornalisti e alle testate che hanno raccontato il Forum e la Marcia. Grazie a RaiNews24 (che ci ha seguito più di ogni altro prima di essere ulteriormente colpita dalla dirigenza Rai), al Tg3 nazionale e al Tg3 dell’Umbria che hanno dedicato molti servizi ed effettuato lunghe dirette. Grazie a Caterpillar che ha promosso con noi “T’illumino di +”. Grazie a Radio Articolo 1 e Radio Popolare per le loro dirette e alle tante radio che ci hanno accompagnato giorno per giorno. E, ancora, grazie ai 30 reporter di pace e a tutta la “grande redazione della pace” che ha realizzato la diretta streeming e mille altre attività di comunicazione e informazione. I risultati di questo straordinario lavoro di comunicazione rendono ancora più inaccettabile il modo vergognoso in cui il TG1 e i principali quotidiani nazionali hanno liquidato il Forum della pace e i centomila della Marcia per la pace Perugia-Assisi. E’ tempo di prendere sul serio “l’emergenza informazione” e di reagire con forza.

La proposta

Il Forum della pace e la Marcia Perugia-Assisi ci hanno consentito di rinnovare il nostro impegno per la pace, la giustizia e i diritti umani in un tempo di grave crisi, che è crisi di valori, di prospettive, di fiducia, crisi sociale, economica, politica, etica, ambientale e culturale.

Ora però, abbiamo un gran bisogno di continuare a camminare insieme. Abbiamo bisogno di superare la frammentazione e le troppe divisioni che impediscono alla parte migliore di questo paese di incidere come dovrebbe. Abbiamo bisogno di unire quanti si sentono impegnati a costruire un’Italia e un mondo migliore.

Se è vero che per uscire dalla crisi “abbiamo bisogno di un’altra cultura”, allora dobbiamo trasformare la marcia di un giorno nella marcia di tutti i giorni e fare insieme un grande investimento educativo. Questa è, oggi più che mai, una priorità.

Con questo spirito invitiamo tutti coloro che hanno contribuito a realizzare la Marcia del 16 maggio a progettare insieme un nuovo anno d’impegno per la pace. Pensiamo innanzitutto alla costruzione di un grande progetto educativo centrato sui grandi valori costituzionali e sul protagonismo dei giovani. Un progetto che veda la partecipazione attiva di tutti: scuole, enti locali, gruppi, associazioni e media. Un progetto che parta da ciascuna delle città in cui operiamo, si sviluppi durante tutto il prossimo anno e poi ci veda di nuovo insieme domenica 25 settembre 2011, 50° anniversario della Perugia-Assisi, per realizzare una nuova grande marcia per la pace.

Progettiamo la strada che vogliamo fare insieme.

Concretamente, invitiamo tutti coloro che hanno aderito alla Marcia del 16 maggio a:

1) entrare a far parte del Comitato nazionale per il 50° anniversario della Marcia per la pace Perugia-Assisi. In questo modo potremo dare un segno concreto della volontà di operare insieme valorizzando il contributo, il percorso, la creatività e l’impegno di ciascuno. I 50anni della Perugia-Assisi (parte dei 150anni dell’Unità d’Italia) sono una grande occasione per proseguire il nostro cammino di pace coniugando storia e futuro, memoria e progetto;

2) partecipare al Seminario nazionale della Tavola della pace che si svolgerà il 2 e 3 luglio 2010 a Senigallia, in occasione della festa di Caterpillar. Abbiamo molte cose da discutere e da decidere insieme. L’incontro ci servirà a progettare, prima dell’estate, quello che vogliamo fare insieme a scuola, per la scuola e con la scuola, nelle nostre città, con i giovani e per i giovani, con i nostri enti locali e le nostre associazioni. (Fissate la data nella vostra agenda! Nei prossimi giorni vi invieremo tutte le informazioni necessarie per partecipare)

Il futuro è di coloro

che credono nella bellezza dei propri sogni.

Eleanor Roosevelt

mercoledì 19 maggio 2010

Un intervento alla Vigilia della Marcia della Pace

del Prof. Aldo Grassini

Una proposta degli esperantisti per una soluzione pacifica ai problemi linguistici-culturali internazionali

Non c'è pace senza una vera cultura di pace. Non c'è pace senza il rispetto per tutte le culture, per tutte le diversità, per tutte le identità culturali. Pace significa dialogo, confronto democratico, cioè autenticamente paritario. Quale è lo strumento di una vera comunicazione di pace? Che ruolo gioca la lingua in una comunicazione di pace? Ecco una problematica sulla quale il Movimento per la Pace non ha ancora saputo elaborare una riflessione approfondita.
La lingua esprime l'identità di un popolo. Un popolo senza lingua è un popolo senz'anima. La lingua porta dentro di sé la sintesi di una cultura, la storia di una civiltà. La lingua è un veicolo di valori e, per alcuni studiosi, è un modo di pensare, non è mai uno strumento neutrale. Ma, più concretamente, la lingua è potere: chi è padrone della lingua ha più opportunità di far valere il proprio punto di vista, di esplicare un ruolo organizzativo e di coordinamento: insomma, conquista un'egemonia, prima operativa e poi psicologica e, diciamo così, politica. L'egemonia linguistica comporta inevitabilmente anche concreti vantaggi economici e commerciali.
Tutto ciò trova conferma nelle indicazioni della storia. In ogni tempo la comunicazione tra popoli diversi è sempre avvenuta nella lingua del più forte e questa condizione ha sempre rappresentato un ulteriore elemento di supremazia per il più forte. Pensiamo, in particolare, alla storia del colonialismo: tutti i popoli assoggettati hanno finito con l'assimilare la lingua dei colonizzatori, perdendo la propria o subendo una pesante influenza sulla sua evoluzione. Ma quasi mai la lingua dei colonizzatori è stata imposta con la forza; i popoli colonizzati hanno cercato di appropriarsi della lingua dei colonizzatori quale strumento di promozione sociale e di ascesa economica. E' evidente la perdita di identità di questi popoli.
Oggi nel mondo assistiamo al netto prevalere della lingua inglese come conseguenza dell'egemonia politica, economia e militare degli Stati Uniti d'America. Nel pianeta, ormai ridotto dalla tecnologia ad un "villaggio globale" la lingua inglese è oggi uno strumento insostituibile negli scambi internazionali. Ma gli strumenti di comunicazione oggi attivi, riuscendo ad incidere con grande rapidità sulle attività e sul pensiero delle masse, producono trasformazioni così veloci quali non si sono mai viste nella storia. L'uso quasi esclusivo della lingua inglese sta producendo in pochi decenni quegli effetti che nel passato hanno richiesto secoli. La lingua inglese, oltre che strumento di comunicazione nei più diversi settori dell’economia, della scienza e del costume, è anche il veicolo di un modello di società che riguarda il costume, i gusti, i valori, in una parola la cultura.
Noi assistiamo ad un processo di omologazione culturale che distrugge le diversità e non è il frutto di una sintesi, ma la sovrapposizione di una cultura sulle altre. Altra conseguenza evidente è l'"inglesizzazione" di tutte le lingue (guardiamo a ciò che sta capitando anche all'italiano!) e la scomparsa delle più deboli, come sottolineano tutti i sociolinguisti. Un fatto è che una lingua nazionale non può essere neutrale e non può risolvere il problema della crescente necessità di uno strumento di comunicazione internazionale veramente democratico perché finisce sempre con il cancellare o fortemente ridimensionare le diversità.
Per il Movimento Esperantista solo una lingua neutrale (come appunto l'esperanto) potrebbe offrire uno strumento di comunicazione non invasivo, in quanto non portatore di una cultura egemone. La facilità di apprendimento (che non ha confronto in qualsiasi altra lingua) e la neutralità la rendono la lingua assolutamente più democratica, rispettosa di tutte le culture e garante di pari opportunità per tutti i popoli. Sono queste le condizioni oggettive per una vera cultura di pace.
Molti credono, per scarsa informazione, che l'esperanto sia un progetto del passato e che pretenda di sostituire tutte le altre lingue.
L'esperanto è invece una realtà che attualmente registra alcuni milioni di praticanti in quasi tutti i Paesi del mondo e che si sta rivelando uno strumento estremamente duttile nell'era di Internet. Inoltre, il Movimento Esperantista vuol difendere e salvaguardare la pluralità delle lingue e con esse le diversità culturali dei popoli.
A chi osserva che la diffusione dell'inglese ha già conquistato buona parte del mondo, si può rispondere che l'inglese è oggi la lingua delle classi dirigenti e che la stragrande maggioranza degli abitanti del pianeta non lo conoscono. Un futuro (ormai non molto lontano) che avesse bisogno di coinvolgere tutto il genere umano in una comunicazione veramente alla portata di tutti, dovrebbe far meditare sulla difficoltà per la maggior parte degli uomini di giungere ad una buona padronanza di una lingua straniera e all'enorme vantaggio che l'esperanto proporrebbe quanto ai risultati ed ai costi di un'eventuale grande campagna di alfabetizzazione mondiale, considerato che la sua struttura semplice e razionale lo rende incomparabilmente più facile di qualunque altra lingua.

domenica 16 maggio 2010

ASSISI 16 MAGGIO 2010




da Renato Corsetti Presidente FEI

Un eroico drappello di circa 15 esperantisti di Ancona e di Roma malgrado le avverse condizioni (metereologiche e di traffico) riusciva oggi a montare il tavolo dell'esperanto lungo la facciata di Santa Maria degli Angeli, dove passavano tutti i marciatori della Marcia della Pace Perugia-Assisi.

Moltissimi manifestini venivano distribuiti tra le 12,30 e le 15,30. Molti colloqui venivano ingaggiati con gli interessati.

Alle 15,30 un acquazzone fortissimo li costringeva a ritirarsi insieme a tutti le altre associazioni che esponevano le loro cose.

Grazie a tutti gli intervenuti!

L'anno prossimo ci dobbiamo organizzare molto meglio assai, perche' il pubblico che marcia merita.

Aggiungiamo a questo il fatto che Aldo Grassini ieri ha parlato a Perugia
nell'ambito del Forum per i Diritti Umani, una manifestazione molto ampia e complessa alla vigilia della marcia nella sezione Informazione e Cultura. Come informa Aldo: "Stamattina sono andato a parlare anche del problema della comunicazione linguistica internazionale e dell'esperanto. C'erano giornalisti, attrici ed altri intellettuali. Io ho potuto parlare soltanto per circa cinque minuti ed ho avuto difficolta' a sviluppare un discorso sufficientemente articolato. Comunque l'uditorio (studenti ed insegnati) nel Teatro del Pavone mi ha ascoltato con molta attenzione."

Ciao

Renato

sabato 8 maggio 2010

MARCIA PERUGIA -ASSISI 16 MAGGIO 2010


DOMENICA 16 MAGGIO 2010

MARCIA PERUGIA – ASSISI

Diffondiamo la cultura della pace e dei diritti umani

Diciamo basta alla violenza e alla paura

COSTRUIAMO INSIEME

Un’Italia migliore

indispensabile prenotarsi

per la prenotazione mandare un messaggio di posta elettronica a

marco.menghini01@gmail.com

indica nome, cognome e recapito telefonico

Quota di partecipazione 7 €

Partenza pullman

Da Recanati

alle ore 7:00 dalla Stazione delle corriere

Da Ancona

alle ore 8:00 davanti allo Stadio Dorico e poi Stazione Ferroviaria

Si percorrerà il tratto più breve, da Santa Maria degli Angeli fino alla Rocca Maggiore. Chi vorrà potrà unirsi alla marcia nei tratti precedenti.

Gruppo Esperantista Marchigiano

071/980627 – Marco (Recanati)

071/31602 – Aldo e Daniela (Ancona)

giovedì 29 aprile 2010

Lignano, 21-28 agosto 2010


Lignano, 21-28 agosto 2010

La Federazione Esperantista Italiana vi invita al
77° Congresso Italiano di Esperanto.

Novità: Sconto per i giovani italiani
Novità: Borse di studio - Se vieni a studiare è tutto gratis

Il congresso 2010 si terrà nella stupenda penisola di Lignano

CARTINA DI LIGNANO - LA STRUTTURA CONGRESSUALE

Linjano, 2010.08.21-28

Itala Esperanto-Federacio invitas vin al la
77a Itala Kongreso de Esperanto

NOVAĴO: Rabato por la italaj junuloj
NOVAĴO: Stud-stipendioj - venu kaj lernu senpage

La kongreso 2010 okazos en la belega duoninsulo de Linjano

MAPO DE LINJANO - MAPO DE LA KONGRESA STRUKTURO


sabato 27 marzo 2010

Master solo in inglese all'universita' di Trieste



Comunicato Stampa
della FEI

L'Università di Trieste ha proposto un master sulle tecnologie assistive di sostegno all'handicap che si terrà esclusivamente in lingua inglese. La Federazione Esperantista Italiana non ritiene accettabile che un corso che si svolge in Italia debba usare esclusivamente una lingua straniera, determinando così discriminazione e conseguenze dannose per la nostra lingua e la nostra cultura.
Considerato che si tratta di un corso di specializzazione tecnologica e non di un corso di lingua, giudica irrazionale e poco produttivo mescolare due obiettivi formativi così eterogenei. Rileva, infine, la superficialità con cui le istituzioni responsabili, i mezzi di comunicazione e l'opinione pubblica trattano queste problematiche.
1. Un corso di alta specializzazione che si svolge in Italia usando soltanto la lingua inglese, produce una discriminazione a danno di quegli studenti italiani che hanno studiato una lingua straniera diversa dall'inglese e, solo per questo, vengono esclusi dalla possibilità di partecipare al master.
2. L'iniziativa dell'Università di Trieste alimenta una tendenza di alcune istituzioni scientifiche o di formazione che, se diventasse generale, condurrebbe ad un risultato culturalmente disastroso per il nostro Paese: la lingua italiana finirebbe a poco a poco con il rendersi inadatta ad esprimere concetti tecnologici e, comunque, particolarmente raffinati, e scadrebbe al rango di un codice dialettale.
3. Pur riconoscendo l'importanza della lingua inglese negli scambi internazionali del nostro tempo, si rileva che privilegiare esclusivamente questo strumento di comunicazione addirittura nei confronti della stessa lingua italiana, contraddice le normative europee che in tutti i documenti ufficiali indicano il multilinguismo come la soluzione dei problemi della comunicazine a livello europeo.