L'Esperanto non è un' utopia come non è retorica quando la si descrive come lingua di pace e di fratellanza fra razze, popoli e paesi. (Franco Giannini)
martedì 14 dicembre 2010
IL MONDO RICORDA IL CREATORE DELL'ESPERANTO
Comunicato stampa emesso dalla FEI che ricevo e pubblico
Domani 15 dicembre 2010 Ludwik Lejzer Zamenhof, creatore dell'esperanto, verrà ricordato con manifestazioni in tutto il mondo nel 151° anniversario dalla sua nascita. Lo studioso polacco, riconosciuto nel 1959 dall'Unesco come “una delle grandi personalità dell'Umanità”, è nato a Bialystok, città polacca allora appartenente all'impero russo, dove maturò l'interesse verso le lingue e la ricerca di uno strumento di intercomprensione tra i popoli tale da superare le barriere tra le etnie. L'Esperanto, presentato per la prima volta nel 1887, nasceva da queste premesse e rappresentava il primo passo verso l'Homaranismo, un progetto di fratellanza universale elaborato nel 1906 da Zamenhof.
Lo studioso polacco, all'avvicinarsi del primo conflitto mondiale, lanciò un ultimo disperato “Appello ai diplomatici”, pubblicato in inglese e in esperanto, invocando il rispetto dei diritti di tutti i cittadini dei singoli stati a prescindere dalla loro etnia, perché “Ogni paese deve appartenere moralmente e materialmente a tutti i suoi abitanti naturali e naturalizzati, qualsiasi sia la loro lingua, religione o supposta provenienza”.
Zamenhof morì il 14 aprile 1917, davanti crollo del suo sogno di fratellanza tra i popoli. I suoi ideali, vivono oggi nell'Esperanto, parlato nel mondo da una comunità di diversi milioni di persone. La lingua, infatti, è sopravvissuta alle persecuzioni naziste ed alle purghe staliniane ed ha maturato in oltre 120 anni di storia una propria cultura e letteratura, di cui hanno preso atto le comunità scientifiche e politiche, e che è alla base di due risoluzioni UNESCO (Montevideo 1954 e Sofia 1985).
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