giovedì 23 febbraio 2012

Solo l' UE fa finta che non esiste


Comunicato Stampa FEI che come ricevo pubblico:

Google Translate 'adotta' l'Esperanto

Google Translate parla Esperanto. L'annuncio è stato pubblicato ieri mercoledì 22 febbraio 2012 sul blog ufficiale del servizio di traduzione automatica dell'azienda americana. Come ha scritto Thorsten Brants, uno dei ricercatori di Google, l'Esperanto è stato costruito in modo che sia facile da imparare per le persone, e questo sembra aiutare anche la traduzione automatica. L'algoritmo utilizzato dal sistema riesce a offrire testi di qualità soddisfacente nonostante i dati inseriti siano di molto inferiori rispetto ad altre lingue, come il tedesco o lo spagnolo.

La Wikipedia nella lingua iniziata da Ludwig Zamenhof ha raggiunto, intanto, il traguardo di 160000 articoli, inserendosi al 27-esimo posto per numero di voci dietro alle versioni araba e danese. Accanto alla Wikipedia, inoltre, si è affiancato Wikitrans. Grazie a GrammarSoft ApS ed all'Università della Danimarca meridionale sono disponibili, infatti, in lingua Esperanto oltre 3 milioni di articoli di alta qualità tradotti attraverso GramTrans, un sistema all'avanguardia che unisce tecnologie per l'analisi linguistica e la traduzione dei testi.

Già 3 anni fa Google ha tributato un altro alla lingua internazionale Esperanto e al suo ideatore nel 150° anniversario dalla nascita di quest'ultimo. Il 15 dicembre 2009, infatti, nel logo del motore di ricerca, al posto della "l" compariva la bandiera con l'inconfondibile stella verde, emblema del movimento esperantista.
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martedì 21 febbraio 2012

FEI: difesa della diversita' linguistica è difesa della democrazia


Comunicato Stampa, in occasione della Giornata Internazionale della Lingua Materna, che come pervenutomi dalla FEI, in tal modo pubblico:

Il 21 febbraio di ogni anno viene celebrata la Giornata della Lingua Materna, istituita nel 1999 dall'Unesco (NdR: e che guarda il caso, è redatta in una abusiva lingua madre di tutte le nazioni: l' Inglese) nella XXIX Sessione della Conferenza generale. La data ha un valore fortemente simbolico e ricorda le proteste scoppiate proprio in quel giorno del 1952 a sostegno della lingua bengalese. Il “Comitato dell'Assemblea Costituente del Pakistan”, infatti, aveva annunciato che l'urdu sarebbe stata la sola lingua di Stato del Pakistan orientale (l'attuale Bangladesh).

Tanti fattori concorrono alla 'morte' di una lingua. La nascita di stereotipi, la perdita di prestigio della stessa nell'uso quotidiano e la ghettizzazione quindi in taluni ambiti (come quello della campagna) ne sono alcuni esempi, come anche la scomparsa della comunità stessa (si pensi alle piccole tribù). Medesimi effetti possono avere la presenza o 'imposizione di un'altra lingua dominante, come è successo negli Stati soggetti a dominazione coloniale.

La Giornata è quindi uno strumento di salvaguardia del Patrimonio inguistico culturale dell’umanità ma anche un forte impulso a sviluppare una più profonda consapevolezza delle diversità culturali nel mondo, messe in pericolo dalla globalizzazione. Un altro aspetto fondamentale da sottolineare è quello politico-economico, perché l'esistenza di una o più lingue dominanti determina anche un ordine gerarchico tra le diverse popolazioni.

La Federazione Esperantista Italiana partecipa alla Giornata e invita quindi i soggetti pubblici e privati a una maggiore coscienza dei problemi della comunicazione. Il diritto di esprimersi nella propria lingua è fondamentale garanzia di libertà e uguaglianza degli uomini. Circa 125 anni fa il polacco Zamenhof partiva proprio da questi presupposti creando l'Esperanto, una 'base neutrale' sul cui far incontrare i popoli.

Questo principio, alla base del movimento esperantista, ha assunto un significato ancora più forte quando si è sviluppato gradualmente l'interesse verso quelle comunità la cui cultura è messa in pericolo dal colonialismo e dalla globalizzazione. Le Nazioni Unite nel 2006 hanno approvato durante la 61esima sessione dell'Assemblea generale una dichiarazione sui popoli indigeni, in cui si sostiene che essi "hanno il diritto di rivitalizzare, usare, far evolvere e trasmettere alle future enerazioni le proprie storie, lingue, tradizioni orali, filosofie, sistemi di scrittura e letterature [...]" (art. 13). Già un anno prima, nel 2005, era nato il progetto "Indiĝenaj dialogoj" (ora: "Indiĝenaj popoloj") per l'insegnamento dell'esperanto ad alcune comunità di Siberia, Africa, India e Sud America con il fine di metterle direttamente in contatto tra loro.

Zamenhof, pubblicando per la prima volta i suoi scritti a Varsavia nel 1887, probabilmente non aveva in mente queste comunità quali prime destinatarie del suo progetto inguistico diventato poi lingua viva. Ciò, tuttavia, non sminuisce il valore della sua intuizione multietnica, ovvero consegnare all'umanità uno strumento di comunicazione 'solidale', come si direbbe oggi, per permettere a tutti di dire la propria.

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lunedì 20 febbraio 2012

Discriminazione linguistica al Politecnico di Milano


Comunicato stampa che ricevo da FEI e come tale pubblico:

Dal 2014 il Politecnico sopprimerà tutte le lauree magistrali in italiano creando ingiustificabili barriere linguistiche nell’accesso al sapere.
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Dall'anno accademico 2014/15, il Politecnico di Milano erogherà in lingua inglese l'intera offerta formativa magistrale. Dopo il Politecnico di Torino, è la volta di quello di Milano. Alcune fra le più prestigiose università italiane stanno gradualmente sopprimendo tutti i programmi di studio magistrali (e alle volte triennali) in italiano per sostituirli con dei programmi in inglese.
Non si tratta di una logica conseguenza dell’“internazionalizzazione” delle università. Vi possono essere diverse forme di internazionalizzazione, e quella adottata dal Politecnico è la peggiore. Crea ingiustificabili barriere linguistiche a tutti i cittadini che vogliono studiare architettura, disegno industriale e ingegneria nella loro lingua materna. Non aiuta a integrare il capitale umano straniero nel tessuto economico nazionale perché non si prevede nessun tipo di supporto all’apprendimento dell’italiano. Non si richiede nessuna conoscenza dell’italiano nemmeno ai docenti, e quindi l’università abdica a una delle sue funzioni essenziali, vale a dire trasmettere il sapere in un modo accessibile a tutti.
È quindi lecito chiedersi se è accettabile da un punto di vista dell'interesse pubblico continuare a finanziare università che non erogano più sapere nella lingua nazionale, creando quindi inedite barriere linguistiche a danno degli studenti locali e una potenziale frattura fra élites e comuni cittadini.

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mercoledì 15 febbraio 2012

Semajno de Internacia Amikeco


Ricevo da Renato Corsetti, traduco liberamente...molto liberamente, per coloro digiuni completamente della lingua (scusate ma l'ignoranza è quella che è... ed il buon Aldo mi assolverà dal peccato!!), e coraggiosamente pubblico. Anche perchè conosco la benevolenza degli amici esperantisti... e confido che sugli errori "interpretativi", ci si faranno sopra delle amene risate:


Karaj Gegrupanoj,
Cari Gruppi,

esperanto estas lingvo de amikeco. Jen nia plej uzata slogano!
l'esperanto è la lingua dell'amicizia. Ecco il nostro slogan più usato!

Sed gxi estas ne nur vortoj: se gxi esprimas veran vivsperton, amikeco estas forta malamiko de soleco kaj senhelpo.
Ma questa non è solamente parole : se questa esprime una vera esperienza di vita, l'amicizia è la forte nemica della solitudine e del sentirsi soli.

Tion bone konas esperantistoj, cxar en siaj manoj ili havas senprezan ilon por largxigi kaj ricxigi tian homkvaliton trans la limojn de sxtatoj, de lingvoj, de kulturoj.
Per cui è buona cosa conoscere gli esperantisti, perchè nelle loro mani hanno sempre un inestimabile strumento per allargare ed arricchire tale qualità umana oltre i confini degli stati, della lingua, della cultura.

Kaj unu el la plej belaj movadaj tradicioj estas la "semajno de internacia amikeco", kiu je la fino de februaro renovigas kaj refresxigas la sencon de nia apartenado en tutmonda amika familio.
E uno dei più belli movimenti tradizionali è la "settimana internazionale dell'amicizia", che per la fine di febbraio rinnova e rinfresca il significato della nostra appartenenza all' amichevole famiglia mondiale.

Ni petas vin, karaj Gegrupanoj de Itala Esperanto-Federacio, celebri tiun rendevuon per konkretaj iniciatoj:
Noi vi chiediamo, cari ruppi della federazione esperantista, di celebrare codesto appuntamento con iniziative concrete:

renkontigxi por gxui la belan etoson de amikeco, kontakti aux rekontakti individue kaj grupe eksterlandajn geamikojn per simpla letero aux per kunplekta manifestacio, alvoki neesperantistojn al via rondo, por ke ili ekflaru la odoron de multkultura amika egaleco, provi infekti per tia mikrobo la eksteran indiferentan socion per gazetkomunikoj aux alispecaj komunikiloj, kiuj substrekas la gravecon por la esperantistoj de tiu tro ofte subtaksata sento kaj rakontas pri unu el la multaj epizodoj, kiujn certe cxiu el ni gardas en la juvelujo de sia memoro.
incontrarsi per fruire il bel clima di amicizia, contattare o ricontattare individui e gruppi di amici di terre straniere con semplici lettere o con l'allestimento di una manifestazione, chiamare non gli esperantisti del vostro circolo, perchè costoro devono sentire il profumo dell'uguaglianza amichevole e multiculturale, assaggiare contaggiare con siffatto microbo della socialità esterna ed indifferente attraverso i mass media ovvero sottolineano la gravità per gli esperantisti di codesto troppo spesso sottovalutato sentimento ed esponendo uno dei tanti episodi a cui taluni di noi conservano nella scrigno della propria memoria.

Kuragxon, do. Suficxas moedesta afisxeto, fasketo da leteroj aux da retmesagxoj, serio da telefonalvokoj,komuna vespermangxo, publika prelego, intergrupa gxemeligxo.
Animo, dunque. E' sufficiente un modesto volantino, un fascetto di lettere o di messaggi in rete, un messaggio telefonico, una comune cena, una pubblica conferenza, un gemellaggio tra gruppi.


Provu efektivigi almenaux unu el tiuj sugestoj aux ecx cxiujn, kaj ektiklu vian fantazion! Vi iom pli bonfartigos nian movadon, la socion kaj vin mem!
Provatene ad effettuarne almeno uno di questi suggerimenti o anche tutti, e stuzzicate la vostra fantasia! Voi proverete piacere con il nostro movimento, e con voi la stessa collettività.


Via prezidanto Aldo Grassini
il vostro presidente Aldo Grassini