lunedì 24 agosto 2009

CASSINO E' VICINO....


di Renato Corsetti



Congresso di Esperanto: ce n’è per tutti

Partirà venerdí 28 agosto il 76° Congresso Italiano di Esperanto, che si terrà a Cassino e durerà fino al 3 settembre. Partirà con l’“interkona vespero”, serata di conoscenza e interconoscenze, tra i non meno di 120 partecipanti provenienti, oltre che dall’Italia, da varie nazioni europee e anche extraeuropee.
Si tratta un di evento di particolare importanza non solo per gli ambienti esperantisti, ma anche per Cassino e dintorni. E da non molto è nato un gruppo esperantista, la cui sede si trova a San Vittore del Lazio, ma che abbraccia una vasta zona che comprende la Ciociaria, la Pentria e l’Alto Casertano e che non a caso si chiama “Tri steloj”, tre stelle.
Sede principale del Congresso è la Scuola Media “Di Biasio”, Via Bellini, 1. La relazione di apertura, sabato 29, è affidata è al polacco Roman Dobrzynski, un’autorità in fatto di linguistica, sul tema del Congresso «Zamenhof e la globalizzazione giusta: attualità delle idee del padre della lingua internazionale esperanto».
Il programma, ampio e vario, prevede conferenze, presentazioni di libri, conferenze su vari temi, come quelle sul dialetto tenute da Amerigo Iannacone e Aldo Cervo (martedí, 1° settembre) e sulla storia di Cassino, tenuta da Maurizio Zambardi (1° settembre). Ma non è trascurato l’aspetto ricreativo, con gite a Montecassino e alla Reggia di Caserta, ma soprattutto con spettacoli serali di vario genere, tutti aperti al pubblico non solo esperantista, come il concerto del cantante esperantista Gianfranco (sabato 29); il film in “Doktoro Esperanto” (domenica 30); concerto degli MBL, Musicisti del Basso Lazio (lunedí 31) e molto altro. Le serate sono aperte a tutti e non solo agli iscritti al Congresso e cosí pure i corsi – gratuiti – di esperanto, per principianti e avanzato. Domenica alle ore 10,30, ci sarà la messa in esperanto.
Il programma dettagliato e altre informazioni si possono trovare in esperanto e in italiano su internet all’indirizzo http://italakongreso.esperantoitalia.it/. Ma basta digitare la parola “esperanto” per pervenire al sito delle Fei, Federazione Esperantista Italiana, dove si trovano tutte le informazioni.

giovedì 20 agosto 2009

IL LIBRO DI UN GIOVANE SCRITTORE ESPERANTISTA


Come ricevo pubblico:
"Esperanta Bluso"
è il titolo di una raccolta di racconti in esperanto con traduzione in italiano, attraverso i quali Davide Zingone vuole cantare la vita quotidiana stonata e dissonante di questo inizio di nuovo millennio, fatta di individui insoddisfatti, incapaci di interagire con il mondo circostante, spersonalizzati dalla velocità delle scoperte tecnologiche, che aspirano a raggiungere un luogo lontano per lasciarsi alle spalle una vita che non è andata come avrebbero sperato. La scelta di usare la lingua internazionale esperanto per la stesura di questi racconti non è casuale: le storie narrate potrebbero svolgersi in un qualunque posto del mondo perché non sono espressione di una società in particolare, ma sono la cifra di questa povera umanità che si è appena affacciata sul Terzo Millennio.
Il libro, in formato elettronico (e-book), consiste di 86 pagine e costa 10€. Per maggiori informazioni e per acquistare il libro si può consultare il sito di Faligi Editore al seguente link:
http://www.faligi.eu/libro.php?id=22
“L’incertezza, il rimpianto sono temi che accompagnano il percorso creativo dell’autore, trasformando una scrittura che avvolge il lettore in pura musica, il blues. Musica e scrittura si accorpano per diventare testimoni del mutamento di un animo, quello di un’umanità alla ricerca della propria identità.” M.D.M. Tetto

martedì 18 agosto 2009

IL BRASILE INDICA AL MONDO LA VIA GIUSTA




Ricevo da Aldo Grassini e pubblico con piacere:
"Caro Franco
tu sei bravo a diffondere le notizie, Allora, diffondi anche questa!
Ciao
Aldo"
Il Brasile sostiene l'esperanto per la comunicazione internazionale.

Il 16 giugno i capi di stato di Brasile, Cina, India e Russia si sono riuniti a Ekaterinenburg in Russia per discutere della crisi economica mondiale e della creazione di un nuovo sistema valutario internazionale. Una specie di G4 per emergenti.
I quattro capi di stato ricevettero una lettera del prof. Probal Dasgupta, Presidente dell' Associazione Mondiale di Esperanto, che proponeva che i quattro paesi "promesse per il futuro" collaborini per far cessare non solo i privilegi valutari ma anche i privilegi linguistici nel mondo. L'uso internazionale dell' inglese, secondo Probal Dasgupta, rafforza la posizione di alcuni paesi già priviligiati.
Il Presidente del Brasile, Luiz Inàcio da Silva, a così risposto:
"...Vogliamo segnalarvi la nostra ammirazione per gli sforzi, che gli esperantisti di tutto il mondo fanno per la diffusione sempre maggiore dell' Esperanto, lingua creata dal dottor Lazzaro Ludovico Zamenhof come contributo all'intercomprensione ed al desiderio di comprendersi tra gli uomini.
Noi sappiamo che nella storia dell'umanità ci sono state lingue che si sono imposte a seguito dell'egemonia politica, come il latino ed in un certo grado il francese e poi l'inglese. Noi desideriamo fortemente, infatti, che un giorno l'esperanto possa essere accettato dalla maggior parte delle nazioni come lingua scelta per facilitare la comunicazione senza privilegi linguistici.
Siamo certi che L'Associazione Mondiale per l'Esperanto continuerà la sua attività presso le Nazioni Unite per rendere gradualmente più importante il ruolo dell' Esperanto come lingua internazionale....siamo d'accordo sul valore della lingua diffusa dalla vostra associazione.
Il sostegno del Brasile sarà certamente tradotto in pratica alle Nazioni Unite ed all' Unesco nei mesi prossimi. L'Associazione Mondiale dei parlanti di esperanto, www.uea.org , è impegnata a far si che le risoluzioni già adottate dalla Conferenza Generale dell' Unesco riguardo all' Esperanto, si tramutino in direttive più concrete agli Stati Membri circa l'insegnamento dell' Esperanto nelle scuole come, ed in impegni da parte degli Stati. Ciò potrebbe avvenire nel "Decennio delle Lingue", che viene ora proposto. I parlanti di esperanto vedono in esso un o strumento essenziale per assicurare alla giustizia nel campo della comunicazione internazionale e dei diritti linguistici, www.linguisticright.org.

domenica 9 agosto 2009

AUSCHWITZ - HIROSHIMA UN GEMELLAGGIO




Mi perviene ora questa lettera, dal Prof. Aldo Grassini, che altro non è che un diario di viaggio, in luoghi. dove ancora la stupidità dell'upmo ha lasciato tracce indelebili. Un documento reso ancora più sensibile, da chi questi luoghi hanno"visionato" con quella sensibilità di cui sono dotati i non vedenti. Potrei aggiungere che Aldo è un esperantista, ma questo nulla ha a che fare con quello che ha scritto e di cui è profondamente convinto. (G.F.)

del prof. ALDO GRASSINI
Il mio pellegrinaggio ad Auschwitz

Cari amici ed amiche,
scusatemi se mi permetto di violare un poco la vostra riservatezza per condividere con voi una testimonianza e qualche riflessione che non potevo più trattenere in un angolo oscuro della mia coscienza di uomo. Se questa cosa vi reca un qualsiasi disturbo, cestinate immediatamente il mio messaggio e scusatemi nuovamente.
Due settimane fa sono stato ad Auschwitz e a Birkenau, allungando così la lista dei miei pellegrinaggi laici (se posso esprimermi così) che mi hanno portato il 6 agosto del 2008 al Parco della Pace di Hiroshima per la cerimonia commemorativa della strage atomica del 1945, e alcuni anni addietro a Treblinka, a Dachau, ad Attign (in Bielorussia) e al cimitero Piskariov di Leningrado.
Quest'anno, passando per Cracovia e attraversando per la seconda volta la Polonia, io e mia moglie non abbiamo potuto fare a meno di deviare verso Auschwitz (Oswiencim per i Polacchi): ci sembrava di venir meno ad un dovere morale, come passare davanti alla tomba di una persona cara e non metterci un fiore.
Ma perchè regalarmi ogni volta una giornata di indicibile tristezza? C'è un fondo di masochismo nella mia psiche che mi spinge a rinnovare simili esperienze?
Non credo che sia questo! Penso invece al bisogno di rendere omaggio a migliaia di uomini e donne senza nome e senza volto che sono caduti vittime dell'ingiustizia e della barbarie. Penso anche al bisogno di "rimuovere la rimozione", la tendenza esistenziale a passare il cancellino sulla lavagna della memoria o, quantomeno, a sfumare il ricordo e la vergogna di appartenere al genere umano. E sì, perchè se qualche volta non si tocca con mano, diventa forte la tentazione di pensare: "Non è possibile! Non può essere vero!"
E le mie mani hanno toccato l'infame muro contro il quale sono stati fucilati migliaia di oppositori politici e di uomini generosi la cui unica colpa era stata quella di aver aiutato altri uomini perseguitati. Hanno toccato il muro di cemento armato della camera a gas, un bunker soffocante dal soffitto bassissimo e senza una finestra, senza un'apertura se non quelle dei forni crematori in cui venivano gettati i cadaveri per trrasformarli in fumo da scaricare attraverso il camino e in cenere da spargere nel fiume o per concimare i campi. Barbarie! Crudeltà! Ma anche la mancanza di qualsiasi rispetto per la persona umana!
Siamo passati davanti alla costruzione dove veniva stoccato il "ziklon B", il micidiale gas usato per eliminare oltre un milione di prigionieri. Siamo passati davanti a montagne di occhiali, di valigie, di protesi che testimoniano il maniacale senso dell'ordine con cui i nazisti conservavano con teutonico zelo gli oggetti delle persone mandate a morire. Ma ci ha agghiacciato il sangue più di ogni altra cosa quella montagna di scarpine da bambini di ogni età, da pochi mesi a pochi anni, che nel loro muto linguaggio sembrano ancora gridare vendetta contro un'azione che farebbe orrore anche alle belve più feroci.
Abbiamo visto Birkenau, il fango in cui "affogavano" oltre centomila prigionieri (la popolazione di Ancona) in uno spazio che è meno del nostro Quartiere Adriatico: anche per noi era un giorno di pioggia e non riuscirei proprio ad immaginare quei luoghi se illuminati dal sole. Abbiamo toccato le tavole dei letti a castello su cui erano ammassati i prigionieri come in alveari umani, e il filo spinato che cerchiava di morte quelle vite ormai quasi spente.
Cerco di immaginare il dolore, la sofferenza, gli stenti, ma soprattutto l'angoscia di quegli esseri umani, strappati ai loro cari ed ignari di un domani tenebroso e funesto.
E la mente torna a ripetere: com'è stato possibile? La cultura e la civiltà germanica, che hanno dato i natali a Kant e a Beethoven, per quale inconcepibile deviazione genetica hanno potuto partorire Hitler, Goebbels, Heickmann e gli altri? Ma soprattutto, perchè milioni di persone hanno potuto non vedere o addirittura approvare quella follia sanguinaria?
E tutte le nostre certezze oscillano paurosamente. La storia, l'economia, la politica, la psicologia delle masse non riescono a spiegare una simile insensatezza, mentre siamo consapevoli che il popolo tedesco non ha certo l'esclusiva di tali manifestazioni di ferocia, che, peraltro, nessun altro popolo ha saputo perseguire con eguale lucida determinazione.
L'ignoranza genera il pregiudizio, il pregiudizio la paura, la paura l'odio. Lo spirito del branco, comune a molte specie animali, si sublima nell'uomo al punto che egli potrebbe sacrificare la propria vita per un amico, ma non riconosce l'essenza umana in un estraneo, in un diverso e lo trasforma in un nemico da odiare, da combattere, da distruggere.
La guerra è l'effetto e al tempo stesso la causa di questo ciclo infernale. Essa cancella tutte le regole e ne esalta una sola: la legge del più forte. La guerra sospende l'umanità di chi non appartiene al branco, altrimenti come sarebbe possibile ucciderlo? La guerra è la cosa più assurda che l'uomo abbia mai inventato: usare la sua "divina" intelligenza per distruggere ed uccidere. Essa è la pianificazione della distruzione e dello sterminio ed è in grado di scatenare gli istinti più feroci.
Non ci sono guerre buone e guerre cattive, guerre giuste e guerre ingiuste: la guerra è sopraffazione e violenza. Non può mai essere giusta perchè punisce gli innocenti e premia sempre il più forte.
Io non posso esecrare Auschwitz e giustificare Hiroshima. Non posso maledire il terrorismo e benedire gli eserciti! La strage provocata da un kamikaze non è diversa da quella provocata dalle bombe di un B52. La guerra dei poveri non è peggiore della guerra dei ricchi. La guerra è guerra ed è sempre infame, qualunque sia l'arma usata.
E allora lanciamo ai nostri giovani questo messaggio educativo, perchè Auschwitz non debba ripetersi: la guerra è un modo inaccettabile per la soluzione delle controversie tra i popoli e tra gli Stati, come ci insegna l'art. 11 della nostra Costituzione; non è e non può essere un male necessario: è un male e basta. Su questo presupposto la soluzione di alcuni problemi internazionali diventa certamente più difficile, ma lo sviluppo etico e civile non conosce scorciatoie. Lavoriamo per un mondo retto da istituzioni rispettose dei diritti umani e dell'ordine democratico. Questo mi ha insegnato Auschwitz!
E' questa un'utopia? Può darsi. Ma esiste un'altra strada per regalare ai nostri giovani un briciolo di speranza in un futuro possibile?
Un caro saluto
Aldo

mercoledì 5 agosto 2009

PREZZI DA 1a GUERRA PUNICA per i giovani a Cassino


Prezzi cosi' per pensione completa non si vedevano dal tempo della Prima Guerra Punica. 16 euro e' piu' o meno quello che la Repubblica Romana pagava per mantenere i prigionieri cartaginesi (che in effetti furono tenuti da quelle parti).
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In occasione del 76° Congresso Italiano di Esperanto, che la Federazione Esperantista Italiana organizza a Cassino (Frosinone) dal 28 agosto al 3 settembre 2009, sono disponibili ventisei posti letto riservati ai giovani fino a 30 anni a condizioni straordinarie: vitto e alloggio a 16 euro al giorno.Il programma del congresso prevede seminari, conferenze, tavole rotonde, dibattiti, ma anche momenti di svago ed escursioni (Caserta). La pagina ufficiale del congresso, con informazioni dettagliate sul programma e sulle modalità di iscrizione, è italakongreso. esperantoitalia. it. Per maggiori informazioni sulla possibilità di alloggio economico per giovani: iej@esperanto. it.