domenica 21 ottobre 2012

Beppe Grillo e l'esperanto

COMUNICATO STAMPA che ricevo da Renato Corsetti e come talo pubblico. Voglio solo sottolineare che non è l'aspetto Politico quello che interessa gli esperantisti, ma la sua frase :"... L'esperanto è obbligatorio come seconda lingua in ogni nazione. Chiunque può capire l'altro sul pianeta...." .

Ricapitoliamo:

- nel blog di Beppe Grillo
http://www.beppegrillo.it/2012/10/ma_che_pianeta_mi_hai_fatto_terza_puntata.html
c'e' scritto: " L'esperanto è obbligatorio come seconda lingua in ogni nazione." nel quadro di idee su cose da fare per riformare il mondo.

L'affermazione è favorevole e forte.  Adesso si tratta di far vedere che gli esperantisti esistono e sono favorevoli a quell'idea. Non vi chiedo di votare per Grillo, ne' di dire che lo farete, ne' di parlare di cose collaterali come la difesa dell'italiano, ma solo di commentare quell'articolo nel blog e di dire che siete favorevoli a quell'idea del blog.

E' importante far capire che esistiamo e siamo un bel numero. E' importante perche' la primna reazione che ho letta di uno del pubblico era contraria all'esperanto (troppo europeo).

Mi raccomando.

Renato
--
renato corsetti
via del castello, 1 it-00036 palestrina, italujo
renato@esperanto.org

giovedì 18 ottobre 2012

Petizione sulla proposta di legge

COMUNICATO STAMPA emesso da
 RENATO CORSETTI
che come ricevo così pubblico:


La petizione sulla proposta di legge sembra andare piu' forte tra i non esperantisti che tra gli esperantisti.

 
«Proposta sull'insegnamento della lingua internazionale esperanto»

http://www.petizionepubblica.it/?pi=esperant


Non c'entra se sara' approvata o no. Certamente non lo sara'. Serve solo per fare un po' di informazione in rete.

Firma anche tu, se sei contrario alla rottamazione dell'esperanto.

Ciao

Renato



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renato corsetti
via del castello, 1 it-00036 palestrina, italujo

renato@esperanto.org

venerdì 12 ottobre 2012

La Federazione Esperantista Italiana interviene sulle ultime dichiarazioni del difensore civico europeo a proposito di multilinguismo

COMUNICATO STAMPA FEI che ricevo e come tale pubblico :

La Federazione Esperantista Italiana fa proprie le preoccupazioni espresse dall'Ombudsman (difensore civico) europeo, Nikiforos Diamandouros sul multilinguismo in Europa e nelle istituzioni europee. Questi ha definito, ''ristrettiva'', ''arbitraria'', ''contraria ai principi di apertura, buona amministrazione e non-discriminazione'' la politica della Commissione, perchè ''i cittadini europei non possono effettivamente esercitare il loro diritto di partecipare al processo decisionale quando i documenti delle consultazioni pubbliche non sono disponibili in tutte le lingue ufficiali dell'Unione''. 
Nikiforos Diamandouros aveva invitato l'esecutivo a rispettare l'uso di tutte le 23 lingue ufficiali, dichiarando, inoltre, di condividere pienamente la risoluzione, approvata nel giugno scorso, con cui anche il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione rivedere le sue politiche sul multilinguismo.
"La Federazione Esperantista Italiana fa proprie le preoccupazioni espresse dall'Ombudsman (difensore civico) europeo, Nikiforos Diamandouros sul multilinguismo in Europa e nelle istituzioni europee. Questi ha definito, ''ristrettiva'', ''arbitraria'', ''contraria ai principi di apertura, buona amministrazione e non-discriminazione'' la politica della Commissione, perchè ''i cittadini europei non possono effettivamente esercitare il loro diritto di partecipare al processo decisionale quando i documenti delle consultazioni pubbliche non sono disponibili in tutte le lingue ufficiali dell'Unione''.
La questione linguistica è tutt'altro che secondaria nell'Unione europea. Nel 2011 la Corte di giustizia dell'Unione Europea ha sentenziato che «è discriminatorio» pubblicare solo in tedesco, inglese e francese un bando di assunzione nelle istituzioni europee. Italia e Spagna, recentemente, rifiutano di aderire al sistema di brevetto europeo fondato sul trilinguismo (inglese, francese, tedesco), un progetto sul quale pende ora il ricorso del nostro Paese presso la Corte di Giustizia europea. Il Commissario per il mercato interno e i servizi dell'Unione europea, Michel Barnier ha pubblicato su La Stampa editoriale sostenendo che "La decisione risponde unicamente a criteri di ordine economico e amministrativo" e che "la protezione unitaria dei brevetti non introduce alcuna discriminazione".
La Federazione Esperantista Italiana risponde che il trilinguismo non corrisponde affatto a un criterio economico o amministrativo, ma esclusivamente agli interessi dei paesi dove si parlano quelle lingue. Le imprese italiane, come quelle di altri Paesi, saranno messe con tali scelte in condizione di svantaggio rispetto alla concorrenza. L'italiano e lo spagnolo sono tra le lingue di lavoro dell'ufficio europeo dei Marchi e Disegni Industriali di Alicante e questo non ha causato alcun problemi da natura economica o amministrativa. La "ragionevolezza" del brevetto trilingue non è altro che un bluff.
François Grin, professore dell'università di Ginevra, in un rapporto richiesto dal francese Alto Consiglio per la Valutazione Scolastica, ha dimostrato che "25 miliardi di euro (...) sarebbero risparmiati ogni anno se in Europa gli stati coordinassero le loro politiche d'insegnamento delle lingue nel pieno rispetto del plurilinguismo e completandole con una lingua non etnica e imparziale come l'esperanto". Anche il premio Nobel per l'Economia 1994 Professor Reinhard Selten condivide questo orientamento e spiega che l'insegnamento dell'esperanto nelle scuole e l'adozione nell'ambito dell'Unione Europea sono entrambe possibili. Il progetto, spiega, potrebbe partire da un accordo stipulato da alcuni Paesi, accrescendosi attraverso l'adesione di nuovi Stati e a poco a poco l'esperanto potrebbe diventare un comune mezzo di intercomprensione. "L'idea di una convenzione tra gli Stati di questo tipo – conclude Selten - non è né mia né nuova ma ha una grande tradizione: possiamo costatare che in Europa molti progetti si sono ingranditi a partire da realtà molto piccole e l'Europa stessa adesso non è altro che una rete di accordi, come ad esempio quello del libero scambio di persone e di merci. Come sottolineato da importanti scienziati del settore come István Szerdahelyi ed Helmar Frank, non è affatto irrazionale imparare l'esperanto come prima lingua straniera."La Federazione Esperantista Italiana fa proprie le preoccupazioni espresse dall'Ombudsman (difensore civico) europeo, Nikiforos Diamandouros sul multilinguismo in Europa e nelle istituzioni europee. Questi ha definito, ''ristrettiva'', ''arbitraria'', ''contraria ai principi di apertura, buona amministrazione e non-discriminazione'' la politica della Commissione, perchè ''i cittadini europei non possono effettivamente esercitare il loro diritto di partecipare al processo decisionale quando i documenti delle consultazioni pubbliche non sono disponibili in tutte le lingue ufficiali dell'Unione''.

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martedì 9 ottobre 2012

La Federazione Esperantista Italiana sulle III assise del plurilinguismo

Comunicato Stampa 
che come ricevo così pubblico:

A Roma si apriranno domani mercoledì 10 ottobre le III Assise europee del plurilinguismo. La Federazione Esperantista Italiana, pur non essendo presente direttamente con propri relatori ai lavori della conferenza, manifesta il proprio sostegno alla manifestazione.

Per L'Europa il plurilinguismo non è un'opzione ma un dovere per proseguire sulla strada dell'integrazione. Globale e locale, infatti, nel mondo moderno si avvicinano fino quasi a confondersi e la pressione esercitata dall'economia e da altri fattori sociali rischia di stritolare gli equilibri del Continente.

Una lingua - bisogna precisare - non è semplicemente un codice attraverso il quale l'uomo comunica ma è anche il frutto ed il motore della sua iterazione con gli altri individui, il territorio e un ambito culturale. Un legame finissimo, da preservare e sul quale costruire il rapporto con le Istituzioni. Impedire – attivamente o passivamente – a una persona di esprimersi nella propria lingua materna imponendone quella di un altro popolo significa restringere la sfera dei diritti personali e scoraggiare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Da questa intuizione multietnica Zamenhof nel 1887 ha sviluppato l'esperanto per permettere una comunicazione 'sostenibile' tra comunità di diverse culture.

Plurilinguismo è tolleranza e rispetto verso gli altri: l'Europa nasce per necessità plurilingue in quanto sintesi di una molteplicità di anime conviventi negli stessi ambiti. Scienziati, filosofi, artisti avevano già maturato questa consapevolezza nei secoli passati; la sfida è, quindi, ancorare l'Unione alla civiltà umanistica, creativa e colta che le ha dato i natali, rispettando e valorizzando, così, cittadini dei Paesi europei.

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