Comunicato Stampa
che come ricevo così pubblico:
A Roma si apriranno domani mercoledì 10 ottobre le III Assise europee
del plurilinguismo. La Federazione Esperantista Italiana, pur non
essendo presente direttamente con propri relatori ai lavori della
conferenza, manifesta il proprio sostegno alla manifestazione.
Per
L'Europa il plurilinguismo non è un'opzione ma un dovere per proseguire
sulla strada dell'integrazione. Globale e locale, infatti, nel mondo
moderno si avvicinano fino quasi a confondersi e la pressione esercitata
dall'economia e da altri fattori sociali rischia di stritolare gli
equilibri del Continente.
Una lingua - bisogna precisare - non è
semplicemente un codice attraverso il quale l'uomo comunica ma è anche
il frutto ed il motore della sua iterazione con gli altri individui, il
territorio e un ambito culturale. Un legame finissimo, da preservare e
sul quale costruire il rapporto con le Istituzioni. Impedire –
attivamente o passivamente – a una persona di esprimersi nella propria
lingua materna imponendone quella di un altro popolo significa
restringere la sfera dei diritti personali e scoraggiare la
partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Da questa intuizione
multietnica Zamenhof nel 1887 ha sviluppato l'esperanto per permettere
una comunicazione 'sostenibile' tra comunità di diverse culture.
Plurilinguismo
è tolleranza e rispetto verso gli altri: l'Europa nasce per necessità
plurilingue in quanto sintesi di una molteplicità di anime conviventi
negli stessi ambiti. Scienziati, filosofi, artisti avevano già maturato
questa consapevolezza nei secoli passati; la sfida è, quindi, ancorare
l'Unione alla civiltà umanistica, creativa e colta che le ha dato i
natali, rispettando e valorizzando, così, cittadini dei Paesi europei.
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