L'Esperanto non è un' utopia come non è retorica quando la si descrive come lingua di pace e di fratellanza fra razze, popoli e paesi. (Franco Giannini)
lunedì 9 maggio 2011
Una lingua per un'Europa più unita
Comunicato stampa FEI che ricevo e pubblico
La Federazione Esperantista Italiana partecipa con manifestazioni in tutta Italia alla Festa dell'Europa, che, insieme alla bandiera, all'inno, al motto ("Unita nella diversità") e alla moneta unica (l'euro), identifica l'entità politica dell'Unione Europea. Il 9 maggio 1950, Robert Schuman presentava la proposta di una “Alta Autorità” per la gestione del carbone e dell'acciaio, primo passo verso una progressiva integrazione. “L'Europa – scriveva Schuman - non potrà farsi un una sola volta, né sarà costruita tutta insieme”.
A 60 anni di distanza il processo di avvicinamento e di cooperazione tra i paesi europei continua, coinvolgendo soprattutto i giovani nella costruzione della nuova Europa. In questi anni, tuttavia, il multilinguismo e' stato spesso accantonato a favore di un sistema trilingue (inglese, francese e spagnolo), svantaggiando sicuramente almeno parte, se non la maggioranza, dei cittadini UE.
Si sono creati, infatti,dei pericolosi precedenti di discriminazione linguistica come gli annunci di lavoro per soli madrelingua inglesi (“English mother tongue”). Una delle possibili soluzioni e' quella dell'adozione dell'esperanto come “comune mezzo di intercomprensione” - come suggerito anche dal premio Nobel 1994 per l'economia Reinhard Selten (Foto). L'esperanto, infatti, non avvantaggia nessuno perche' lingua non etnica viva ed utilizzata nel mondo. Uno strumento di cui tutta l'Europa può beneficiarsi non solo culturalmente ma anche economicamente: François Grin, professore dell’università di Ginevra, ha dimostrato che l'adozione dell'esperanto garantirebbe un consistente risparmio di risorse, calcolabile in 25 miliardi di euro annui.
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