L'Esperanto non è un' utopia come non è retorica quando la si descrive come lingua di pace e di fratellanza fra razze, popoli e paesi. (Franco Giannini)
domenica 21 febbraio 2016
Giornata internazionale della lingua materna
Il 21 febbraio 1952 la polizia uccise nell'Università di Dakka, capitale
dell’attuale Bangladesh, molti studenti che manifestavano. Quegli
studenti manifestavano per il riconoscimento della loro lingua materna,
il bengalese, che si voleva eliminare dall'università a favore della
lingua "più grande", parlata dal più forte del momento.Si tratta
di qualcosa che si ripete, nelle diverse forme, da molto tempo in tutto
il mondo e sempre non solo in Bangladesh ma anche in diversi paesi
europei, come, per esempio, in Olanda, dove il governo en 2015 ha
approvato dei piani per il rafforzamento graduale della posizione della
lingua inglese nell'insegnamento a scapito delle lingue materne
locali.(1) Questi non sono eventi unici. Sia in Bangladesh che in
Olanda, si tratta della stessa logica: "Io sono il più forte, tu stai
zitto ed eventualmente, se vuoi parlare, parla la mia lingua". D'altro
canto, come ci dicono i linguisti, (citiamo uno di loro, Ken Hale):
"Quando una lingua muore, noi perdiamo una ricchezza intellettuale come
se cadesse una bomba sul museo del Louvre".Pensate ad immaginare
cosa succederebbe se in Italia venisse imposto il cinese nelle scuole,
in vista di vantaggi commerciali futuri, oppure se l’arabo diventasse
lingua ufficiale in Francia. Sono, evidentemente situazioni
inaccettabili, ma sono cose che succedono continuamente.Oltre
che l'ingiustizia sociale, che si manifesta quando non viene rispettata
la lingua madre di qualcuno, si deve essere consapevoli del fatto che le
diversità linguistiche e biologiche sono inseparabili, interconnesse e
dipendenti una dall'altra. Dalla perdita della diversità linguistica
scaturisce la perdita delle conoscenze tradizionali essenzialmente
necessarie per una biodiversità permanente, per la vita. (1
Dichiarazione finale, 64° Conferenza NU-NRO, Bonn 2011 e 2 Terralingua)Il
17 novembre 1999 l'UNESCO ha proclamato il 21 febbraio quale Giornata
Internazionale della Lingua Materna. Nel 2007 anche l'Assemblea Generale
delle Nazioni Unite (3) lanciò un appello agli stati membri per
"Promuovere la conservazione e la protezione di ogni lingua usata dai
popoli del mondo" contemporaneamente dichiarando l'anno 2008 Anno
Internazionale delle Lingue. Nel 2014 l'UNESCO ha pubblicato sulla sua
rete anche la versione in lingua esperanto del messaggio del Direttore
Generale, Irina Bokova (4).Come si rapporta a tutto ciò
l'esperanto? Le due cose sono in relazione fra di loro perché i valori
essenziali di questa giornata, il multilinguismo e il diritto di tutti
gli uomini di parlare la propria lingua madre, sono anche i valori che
il Movimento Esperantista difende. Noi, esperantisti, vogliamo che
nessuna lingua scompaia, vogliamo che tutte le lingue esistano ancora
nel rispetto dei diritti di ogni lingua e regni la giustizia
linguistica. Per questo scopo da molti anni la Associazione Mondiale per
l’Esperanto (UEA) festeggia solennemente questa giornata, fra l'altro
per sottolineare che l'esperanto non vuole eliminare le lingue, come
fanno, invece, le lingue delle grandi potenze economiche e militari
usate come lingue internazionali. L'esperanto infatti è uno
strumento di protezione contro la scomparsa delle lingue, come disse Vigdis Finnbogadóttir (presidente della Repubblica d'Islanda 1980-1996):
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