venerdì 6 settembre 2013

Giornata Mondiale degli Insegnanti 5 ottobre 2013: Sostenete gli insegnanti!

COMUNICATO  STAMPA 
fattomi pervenire dal solito Renato Corsetti :

da: Luigia Madella

Care colleghe, cari colleghi,
con i miei più cordiali auguri di buon lavoro vi invio questo messaggio. Spero che lo possiate far conoscere a tutte le persone a cui sta a cuore la nostra scuola.
Grazie dell'attenzione e in bocca al lupo,
Luigia Madella
Sezione Italiana della Lega Internazionale degli Insegnanti di Esperanto

Lega Internazionale degli Insegnanti di Esperanto - Sezione Italiana
Giornata Mondiale degli Insegnanti 5 ottobre 2013:
Sostenete gli insegnanti!
In occasione della Giornata Mondiale degli Insegnanti 2013, la Sezione Italiana della Lega Internazionale degli Insegnanti di Esperanto rivolge il suo saluto a tutti gli insegnanti italiani con le parole espresse dalla direttrice generale dell'UNESCO, Irina Bokova, in occasione di una precedente giornata degli insegnanti:
Prendere posizione a favore della professione degli insegnanti significa fornire loro una formazione adeguata, uno sviluppo professionale continuo e la protezione dei diritti degli insegnanti.”
In tutto il mondo una formazione di qualità offre la speranza e la promessa di un migliore tenore di vita per la popolazione tutta. Tuttavia non ci può essere un'istruzione di qualità senza insegnanti competenti e motivati.
In questo giorno chiediamo che gli insegnanti possano ricevere ambienti di lavoro favorevoli, una formazione di qualità adeguata, nonché «garanzie» per i diritti e le responsabilità degli insegnanti ... Ci aspettiamo molto dagli insegnanti – essi, a loro volta, hanno ragione di aspettarsi tanto da noi. La Giornata mondiale degli insegnanti è un'opportunità per sentirsi al loro fianco.
Gli insegnanti ... aiutano gli studenti a pensare in modo critico, ad elaborare le informazioni provenienti da diverse fonti, a collaborare, ad affrontare i problemi e ad effettuare scelte consapevoli.
Perché prendere posizione a favore degli insegnanti? Perché la professione di insegnante sta perdendo lo status in molte parti del mondo. La Giornata Mondiale degli Insegnanti richiama l'attenzione sulla necessità di elevare lo status della professione - non solo a beneficio di insegnanti e studenti, ma per la società nel suo insieme, di riconoscere il ruolo cruciale che giocano gli insegnanti nella costruzione del futuro.
In particolare gli insegnanti della lingua internazionale esperanto in tutto il mondo operano in situazioni difficili ed incerte dal punto di vista normativo, della formazione e della sicurezza della loro attività, ma nonostante ciò sono coscienti del valore dell'insegnamento di una lingua giusta nei rapporti internazionali, il cui studio, tra l'altro, ha notevoli ricadute sulla formazione linguistica e metalinguistica degli allievi. Essi auspicano che in Italia una legge della Stato finalmente dia uno status certo a questa materia.

ILEI-Italia

presso FEI, Via Villoresi, 38 20143 Milano

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domenica 1 settembre 2013

Ed ora anche la RADIO-TV EU ??? Bene, ma...

..in che lingua saranno le trasmissioni?

Per puro caso mi sono imbattuto in questo articolo che qui voglio riproporre, perchè interessante, anche se manca, per noi esperantisti, la parte principale del dilemma che sempre ci perseguita : Lingua Internazionale (esperanto) o il solito Inglese ?
L'articolo è di Franco Debenedetti postato su www.huffingtonpost.it

:"L'Ue parla a troppe voci? Meno male che arriva la tv europea Chi devo chiamare se voglio parlare con l'Europa?" Di tempo ne è passato da quando Henry Kissinger avrebbe detto la famosa battuta. Oggi potrebbe chiamare l'Alto Commissario dell'Unione Europea per le relazioni estere, Lady Ashton: ma una volta c'è la Libia, l'altra il Mali, poi l'Egitto, oggi la Siria, e le bollette del telefono aumentano sempre. Il premier Letta ha avuto un'idea brillante: se non possiamo dargli un numero di telefono unico, diamogli un numero di canale unico. Fare la Radio Tv europea (e, ça va sans dire, pubblica), ha annunciato, sarà la proposta politica qualificante del semestre europeo a guida italiana.

Ben lo può dire, il nostro premier: chi meglio di noi conosce quanto delicati siano i rapporti tra media e istituzioni, tra televisione e politica? Chi meglio di noi sa quanto perniciosa, deleteria, diciamo pure devastante, sappia essere l'irrompere, in quello che prima era l'ordinato recinto delle televisioni pubbliche, il disciplinato ordinamento dei loro canali, di un tycoon proprietario di una televisione privata?
Noi abbiamo perfezionato negli anni un sistema di controllo che, immodestamente, riteniamo perfetto. Consiglio di Amministrazione, Commissione parlamentare, Autorità indipendente costituiscono, grazie anche alle diverse modalità di elezione dei loro componenti, una triade che assicura unità della governance e pluralismo del prodotto. Unità e pluralismo, non è questa, a ben vedere, l'Europa? 27 Paesi uniti da un solo obbiettivo: l'Europa!
Di che parlerà una televisione europea? Non di storia, ma neppure di tutto quanto è legato alla storia, architetture, pitture, lettere, musica: perché la storia europea è quella degli stati nazione, una delle più grandi invenzioni politiche che si ricordino. Non di attualità: si veda cosa sta succedendo con la Siria. Non di macroeconomia: sarebbe una gara tra national champions. Non di politica monetaria: indelicato se c'è in corso qualche campagna elettorale. Si parlerà di futuro, ma non di quello del lavoro, nostro e dei nostri figli, ma dei grandi progetti politico-morali, di politically correct, il vero esperanto europeo. Il copione sarà "più Europa!": e in questo Enrico Letta, va riconosciuto, è un interprete di consumata abilità.
Non è tuttavia l'unico copione disponibile. C'è, per dirne uno, quello dell'olandese Frans Timmelsmann, non una testa calda, due volte ministro, e proprio agli affari europei. Lui propone di modificare le leggi nazionali quando c'è il rischio che la Corte Europea le possa interpretare in un modo non previsto o voluto dal legislatore nazionale. Il suo motto è "Europeo se necessario, nazionale quando possibile". Noi auguriamo a Letta si superare le trappole di cui è disseminato il cammino del suo Governo fino al semestre italiano. Ma gli auguriamo, ci auguriamo, che, pensandoci su, trovi qualcosa di meglio a cui intestarlo.
di Franco Debenedetti  "