sabato 26 novembre 2011

Premio Zamenhof - Le voci della pace- 10° edizione


venerdì 2 dicembre 2011, ore 21

Ancona, Teatro Sperimentale "Lirio Arena"

ingresso libero

Premio Zamenhof - Le voci della pace- 10° edizione


la scultura di Walter Valentini "Il pane del sole-la suna pano"

Premio Stoppoloni "Le Integrazioni Impossibili"

La Costituzione Italiana e La Divina Commedia nella lingua degli immigrati

L’edizione del decennale riconferma lo spirito e le intenzioni del Premio Zamenhof - Le voci della pace, con una serata al Teatro Sperimentale "Lirio Arena" di Ancona densa di avvenimenti e di ospiti di grande rilievo che, con il loro agire, si inseriscono pienamente nella vocazione alla pace, nell’aiuto a paesi in via di sviluppo e nella cooperazione fra i popoli.

Venerdì 2 dicembre, alle ore 21, la Federazione Esperantista Italiana (F.E.I.) proclama i vincitori del Premio intitolato al nome ed alla figura di Ludovico Lazzaro Zamenhof (1859/1917), ideatore dell’Esperanto, la lingua universale che tutti possono apprendere in tempi brevissimi.

"Il pane del sole- La suna pano" è la scultura dell’artista Walter Valentini, che sarà consegnata a :

Elisabetta Antognoni e Nello Ferrieri di CINEMOVEL,

Violetta De Filippo e

Simona Marchini.

Si tratta di un piccolo pane dorato, scolpito in una particolare fusione in bronzo lucidato, da stringere in una mano a significare l’universalità del messaggio che l’artista marchigiano ha inteso trasmettere.

Antognoni e Ferrieri della Fondazione CINEMOVEL portano la magia del cinema nei villaggi rurali e nelle periferie urbane africane, incontrano migliaia di persone, nelle piazze, nelle scuole, nei mercati, negli ospedali per parlare di diritti delle donne, prevenzione dell’hiv e lavoro.

Violetta De Filippo, è un’insegnante non vedente, esperantista che, dopo il pensionamento, ogni anno va ad insegnare gratuitamente per alcuni mesi nella città di Gondar (Etiopia) nel locale Istituto per ciechi.

Simona Marchini, amata attrice di cinema, teatro e televisione, mette da anni tutta la sua energia artistica e spende la sua immagine per la causa dell’Unicef.

Al gruppo musicale-orchestrale PEZZI DI RICAMBIO va il Premio "Umberto Stoppoloni"

le integrazioni impossibili –

Edizione 2011, un contributo economico che sarà consegnato da Silvio Stoppoloni; una atradizone che si rinnova e che il pubblico di Ancona ha imparato ad amare poiché esalta esperienze di forte impegno umano e sociale.

PEZZI DI RICAMBIO va oltre la musico-terapia creando uno spazio di integrazione che aiuta a concretizzare autorappresentazione e autostima in persone con problematiche e difficoltà diverse.

Un vero e proprio spettacolo musicale, leggero ed accessibile a tutti, vedrà sul palco Giuliano Turone, recitare in diverse lingue i primi versi della Divina Commedia e alcuni articoli della Costituzione, inserendo storie di vita reale e alcuni flash sulla nascente produzione letteraria in italiano che già si deve a taluni nostri immigrati. Il tutto con la passione e l'amore di chi alla Costituzione ha dedicato tutta la sua vita. Musiche al pianoforte di Marco Lodedo. Turone è un ex magistrato, già giudice istruttore impegnato in importanti inchieste di criminalità mafiosa ed economica - tra tutte, nel 1981, quella sull’omicidio Ambrosoli, nel corso della quale furono scoperti gli elenchi della Loggia massonica P2 –, poi Pubblico ministero e infine Giudice di Cassazione).

Il Premio Zamenhof, organizzato dalla Federazione Esperantista Italiana (F.E.I.), ideato e coordinato da Aldo Grassini, in collaborazione con "Economia&Cultura-Gabriella Papini" e con Università della Pace, è promosso dalla Provincia di Ancona con il patrocinio della Regione Marche, del Comune di Ancona e del Museo Omero. Il Comitato d’Onore del Premio, che designa i vincitori, è composto da: il M.o Bruno Bartoletti, Direttore Artistico Emerito del Teatro dell’Opera di Chicago, il Prof. Tullio De Mauro dell’Università "La Sapienza" di Roma, Mons. Antonio Riboldi, Vescovo di Acerra, il Dr. Saverio Tutino, giornalista, il Prof. Antonino Zichichi della Fondazione "Ettore Maiorana".

Andrea Carloni con la sua professionalità e tutta la sua affettuosa attenzione presenterà l’intera serata.

domenica 20 novembre 2011

Proposta di legge

Comunicato Stampa del Presidente Renato Corsetti


Siete contenti del governo Monti? Non siete contenti, anzi siete molto arrabiati? In qualsiasi caso, dovete darvi da fare perche' la proposta di legge sull'esperanto presentata sia approvata nel tempo che resta prima della fine della legislatura.

Alcuni mi scrissero l'ultima volta che ne parlai, dicendo che loro l'avrebbero scritta molto meglio. Per favore, fatelo e poi trovate un deputato che ve la firmi. Le proposte su argomenti simili vengono poi riunite in fase di discussione.

Altri mi dissero che il presentatore appartiene ad un partito che non piace loro. Benissimo trovate un parlamentare del vostro partito e fatela firmare anche a lui o fategliene scrivere un'altra.

Altri ancora mi dissero con aria di chi conosce il mondo che questa proposta tanto non sara' mai approvata. Ne sono certo anch'io, ma a noi ci serve per fare rumore intorno all'esperanto. Se voi dite al professore di vostro figlio o al giornalista che vi intervista, che c'e' una proposta di legge sull'esperanto al Parlamento, l'esperanto subito diventa una cosa concreta.

Insomma utilizziamo la proposta di legge. Parliamone in giro. Diamoci da fare per trovare politici che la spingano.

Ve la copio e ve la allego.

Renato

XVI LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 3435


PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato BARBIERI

Modifica all'articolo 9 del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, e altre disposizioni per la difesa della diversità linguistico-culturale e per l'affermazione di valori di pace, democrazia e progresso attraverso la promozione e l'insegnamento della lingua internazionale esperanto

Presentata il 28 aprile 2010


Onorevoli Colleghi! — Oggi, nel contesto di europeizzazione in cui stiamo vivendo, il problema linguistico si fa sempre più sentire.
Da un po’ di tempo si accendono e si susseguono dibattiti sul problema delle lingue di lavoro negli organismi dell'Unione europea e, quantunque sembri che questo sia un problema esclusivo di Bruxelles, esso, al contrario, ci riguarda direttamente.
In quei palazzi si va delineando un'Europa in cui la lingua di lavoro è quella di una nazione o di un gruppo di nazioni, lingue che vanno apprezzate per i loro valori storici e culturali ma che non dobbiamo e non possiamo accettare come «superlingue», non avendo esse qualità e meriti culturali o espressivi superiori alle altre.
La lingua costituisce un completamento necessario della personalità degli individui e dei popoli ed è determinante per farli sentire effettivamente partecipi di una comunità (vedi curdi, israeliani, rom e altri).
Rispettare la lingua significa rispettare i suoi parlanti, come è sancito dai trattati internazionali. Sappiamo che la conoscenza di una lingua dà maggiore potere a chi la padroneggia meglio, ma dobbiamo evidenziare che l'apprendimento scolastico non mette mai il discente alla pari – per fluidità di linguaggio e per capacità espressiva – con chi quella lingua l'ha appresa dalla nascita.
Alcune persone sono particolarmente dotate per l'apprendimento delle lingue, ma per la grande maggioranza per arrivare a conoscere una lingua etnica alla stregua dei nativi, portandosi sullo stesso piano di competitività, è necessario impegnare una buona fetta di quel capitale limitato che è la vita.
Tale lingua diventa quindi distruttiva, poiché per recuperare il capitale di tempo e di denaro investito si tende inconsciamente a utilizzarla il più possibile, anche quando non necessario, sostituendola alla lingua materna.
Già oggi alcune «superlingue», subdolamente imposte nella pratica, ci colonizzano portando a una discriminazione di fatto tra i cittadini europei e al parziale disinteresse per la propria cultura.
Non dimentichiamo che la lingua influenza anche il modo di pensare e quindi il modo di creare; ne deriva l'importanza che ha per la collettività la preservazione di tutte le lingue. La lingua, del resto, non ha valenze solo culturali e sociali, ma anche importanti risvolti economici. Siamo consci che il sistema multilinguistico adottato a Bruxelles è costosissimo e paralizzante. Infatti per rendere possibile i dibattiti diretti si fa ricorso ad alcune cosiddette «lingue di lavoro», a scapito dei parlanti delle altre lingue. Quantunque l'Italia sia stata tra i fondatori dell'Unione europea, la sua lingua, per la legge dei numeri, data la sua scarsa presenza nel piano globale indipendentemente dalle sue qualità, rischia l'emarginazione, e noi italiani con essa.
Basta dare un'occhiata alla modulistica che arriva da Bruxelles o vedere in quali lingue possono essere presentate le richieste di brevetti o di finanziamenti europei. In particolare nei brevetti ricordiamo che è la sfumatura della parola che li rende rivendicabili oppure no. C’è poi l'ipocrisia della Commissione europea che con firma del Capo unità – politica delle lingue – scrive che «si è scelto di non puntare su un'unica lingua comune, ma di promuovere il multilinguismo con l'apprendimento di almeno due delle lingue dei vicini oltre alla propria lingua materna». In questo modo si nega a parole ciò che viene fatto in pratica, altrimenti come potrò mai io, italiano che ho imparato le lingue dei miei vicini francese, tedesco, sloveno e albanese, colloquiare con uno spagnolo o con un inglese e dichiararmi cittadino appartenente alla stessa comunità?
Dunque si lascia fare alla tendenza attuale, più o meno guidata, di privilegiare l'uso di alcune lingue, sostenendo tale scelta con l'effettivo uso che di queste lingue si fa nei rapporti internazionali.
È innegabile che tale pratica di ufficializzazione, camuffata come semplice lingua di lavoro, mantiene comunque l'effetto distruttivo sulle altre lingue europee ridotte al ruolo di dialetti.
E non si può non considerare l'immeritato vantaggio concesso a milioni di cittadini i quali, ricevendo uno status di privilegio per nascita, umilierebbero ogni altro popolo e porrebbero fin dalla nascita gli altri cittadini in stato di vassallaggio.
Una lingua nazionale è connaturata con il carattere, la storia e le tradizioni di un popolo. Essa tende, insieme al popolo, a evolversi in forma autonoma e quindi a trasformarsi; risulta pertanto impensabile condizionarne l'evoluzione per assicurare quella regolarità guidata nel tempo e nello spazio che è essenziale per essere effettivamente internazionale. Occorre domandarsi se questa è l'unica strada possibile o se ci sono altre soluzioni, forse migliori.
C’è chi propone l'adozione, per la funzione di lingua ausiliaria internazionale, di una lingua classica «morta», ma come è possibile adattarla alle esigenze espressive moderne senza snaturarne la struttura?
Mentre è vero che non ci si può rassegnare a un ingiusto ruolo di inferiorità e che non possiamo impegnarci in un perdente confronto di forze, possiamo, però, prendere in considerazione e appoggiare un'alternativa semplice, non impositiva, gradualmente introducibile, consistente nell'ufficializzare l'equiparazione alle attuali lingue di lavoro di una vera lingua transnazionale, non etnica, economica e moderna, alla portata di tutti, che svolga una funzione riequilibratrice sulle lingue cosiddette «forti», restituendo alle lingue oggi diventate di «serie B» o «di serie C» la pari dignità cui hanno pieno diritto.
Così si può difendere con successo, senza levate di scudi, la lingua italiana, oltre al multilinguismo solo pubblicizzato dell'Unione europea.

Riteniamo che solo in questo modo indiretto si possa difendere il patrimonio di lingua e di pensiero dei nostri padri: informando e introducendo, dopo avere diffuso le informazioni necessarie, l'insegnamento libero di una lingua internazionale neutrale, senza contrapposizioni alla situazione presente.
La funzione riequilibratrice si avvierà autonomamente quando i cittadini saranno in grado di rendersi conto che la definizione di «lingua internazionale» è oggi data erroneamente a lingue etniche nazionali impiegate in campo sopranazionale.
Infatti se il principio del plurilinguismo è garanzia della salvaguardia delle diversità culturali, affinché sia concreto, esso ha bisogno di appoggiarsi su una lingua comune basata sulla reciprocità.
Ovviamente la lingua internazionale deve essere, oltre che neutrale, anche razionale, cioè moderna, con difficoltà di apprendimento ridotte perché priva delle specificità di ogni lingua etnica. Un'assenza di specificità che faciliterebbe l'apprendimento anche da parte di un pubblico di non alta scolarizzazione. Una lingua le cui caratteristiche si adattino al meglio ai moderni mezzi multimediali di studio, permettendo così la sua rapida diffusione e che, principalmente, non sia distruttiva (glottofagica) del patrimonio linguistico esistente.
Una tale lingua, collaudata da più di cento anni di uso in tutto il mondo, l'abbiamo individuata nella lingua pianificata chiamata esperanto. L'esperanto è una lingua ausiliare non colonizzante perché, richiedendo un modesto tempo di apprendimento, non stimola quell'inconscia necessità di essere usata quando non serve, cioè fuori dai rapporti internazionali.
L'esperanto è l'unico idioma, tra le centinaia di progetti e di tentativi di lingua internazionale, che sia diventato lingua viva, parlata da persone viventi in tutti i continenti, il che ha contribuito a creare anche una sua letteratura autonoma.
L'esperanto è l'unico progetto che abbia superato le difficoltà determinate da due guerre e da periodi di regimi nazionalistici che hanno cercato di soffocarlo.
Il vantaggio dell'esperanto risiede principalmente nel fatto che rispetta il discente maggiormente di qualsiasi altra lingua, perché anziché riempirlo di difficoltà, umiliandolo, l'esperanto si adatta all'istinto naturale dell'uomo che generalizza le regole e le strutture grammaticali. In questo modo, dopo il periodo iniziale, si entra in confidenza con la lingua sentendosi ben presto a proprio agio.
L'esperanto è una lingua scritta con l'alfabeto latino, con struttura flessivo-agglutinante, a fonetica univoca, con sole sedici regole grammaticali fondamentali, prive di eccezioni. Il lessico è formato da radici scelte tra quelle ricorrenti con maggiore frequenza nelle lingue classiche e moderne, delle quali costituisce così una felice sintesi.
L'uso di prefissi e di suffissi, con significato determinante e costante, consente la facile formazione di un'ampia gamma di parole derivate, atte a esprimere ogni sfumatura del pensiero, con perfetta adesione al concetto da manifestare e con sforzo mnemonico ridotto.
Una dichiarazione di 27 membri dell'Accademia francese delle scienze definì l'esperanto un capolavoro di logica e di semplicità; queste caratteristiche, oltre alla neutralità, sono infatti essenziali affinché una lingua possa dirsi atta al ruolo di lingua transnazionale.
L'esperanto si può efficacemente imparare tramite i computer, oltre a essere facilmente accessibile per la sua struttura ai popoli di qualsiasi gruppo linguistico e agli individui di ogni grado culturale.
È importante notare che esso manifesta una notevole efficacia propedeutica per l'apprendimento di altre discipline e, particolarmente, delle lingue straniere, per via della sua struttura grammaticale e della sua logicità.
Nonostante le riserve, i pregiudizi, la disattenzione e, peggio, la disinformazione non sempre serena, che ne frenano l'espansione, l'esperanto può già contare su innumerevoli gruppi e centri didattici sparsi in ogni parte del pianeta, su una fiorente produzione letteraria e scientifica (40.000 titoli solo alla Biblioteca nazionale britannica e, per l'Italia, oltre 6.000 titoli presso l'Archivio di Stato, nel Castello Malaspina di Massa Carrara). In diverse università, come quella di Paderborn in Germania, di Budapest in Ungheria e di Torino, nonché nell'accademia internazionale delle scienze, con sede nella Repubblica di San Marino, l'esperantologia è una materia curricolare e la lingua è impiegata per lezioni, esami, tesi di laurea e documentazione d'archivio e di segreteria.
L'uso dell'esperanto in compact disk, opuscoli turistici, cataloghi e prospetti commerciali, su internet e in radio è in continuo aumento.
Ciò nonostante c’è chi afferma che l'esperanto «non ha cultura». Ma perché una lingua che si pone come ponte tra le culture dei vari popoli deve obbligatoriamente averne una propria? Non sarebbe sufficiente che possa recepire ed esprimere tutte le sfumature del nostro pensiero?
L'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) ha riconosciuto più volte il fattivo ruolo svolto dall'esperanto negli scambi culturali, tra le nazioni, attribuendo all'Associazione mondiale per l'esperanto (UEA) lo status di membro consultivo. L'UEA si articola in associazioni nazionali aderenti e dispone di una rete di oltre 3.500 delegati presenti in ogni parte del mondo. Valutando queste considerazioni, chiediamo di istituire l'insegnamento dell'esperanto e il suo utilizzo in parallelo alle attuali lingue di lavoro usate nella segnaletica stradale e turistica e nei documenti internazionali, quali passaporti, patenti eccetera, perché solo indirettamente, con questo mezzo, possiamo costituire un baluardo naturale per la sopravvivenza e per la difesa della parità linguistica e culturale di tutti a cominciare da quella italiana, riscattandola così dall'attuale cieco servilismo.
Con la presente proposta di legge, come è evidente dal testo proposto e dalla presente relazione, l'insegnamento e l'uso dell'esperanto non vengono a sostituire quelli delle lingue straniere, ma si affiancano agli insegnamenti linguistici già ammessi nella scuola, come già avviene, ad esempio, in Ungheria fin dal 1995.

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

1. All'articolo 9, comma 1, del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, le parole: «introduce lo studio di una seconda lingua dell'Unione europea» sono sostituite dalle seguenti: «introduce lo studio di una seconda lingua dell'Unione europea o della lingua internazionale esperanto».
2. L'insegnamento della lingua internazionale esperanto è istituito altresì nelle scuole e negli istituti appartenenti al sistema dei licei e al sistema dell'istruzione e della formazione professionale, ovvero del secondo ciclo, il cui piano di studi prevede l'insegnamento di almeno due lingue straniere.
3. L'insegnamento di cui ai commi 1 e 2 è istituito secondo gli obiettivi nazionali generali e specifici di apprendimento e gli orari stabiliti con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca con le modalità previste per la seconda lingua straniera.

Art. 2.

1. Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, eventualmente avvalendosi di associazioni e di organizzazioni interessate e competenti, cura l'informazione e la sensibilizzazione circa le motivazioni in favore della scelta della lingua internazionale esperanto e promuove altresì intese di collaborazione internazionale ai fini della diffusione educativa dell'insegnamento della lingua internazionale esperanto, in particolare nei Paesi membri dell'Unione europea.

Art. 3.

1. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sono stabiliti i titoli validi per l'ammissione ai corsi di abilitazione previsti per l'insegnamento della lingua e della letteratura esperanto, nonché le relative classi di concorso.
2. Nell'ambito dell'autonomia didattica degli atenei, disciplinata dal regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270, le singole università possono includere negli ordinamenti dei loro corsi di studio l'insegnamento delle lingue internazionali ausiliarie, con particolare riguardo all'esperanto, tra le attività formative affini o integrative a quelle di base di cui al comma 5 dell'articolo 10 del medesimo regolamento nell'ambito delle classi di laurea e di laurea magistrale.
3. Previa costituzione di un apposito settore scientifico disciplinare da inserire nell'elenco di cui al decreto del Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica 23 dicembre 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 3 del 5 gennaio 2000, l'insegnamento delle lingue di cui al comma 2 del presente articolo può essere incluso anche tra gli obiettivi e le attività formative qualificanti previsti dai commi 1, 2 e 3 dell'articolo 10 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270.
4. Nelle more dell'attuazione della disciplina prevista dalla presente legge, per fare fronte all'esigenza dell'insegnamento della lingua internazionale esperanto, tale insegnamento può essere affidato a docenti di ruolo in possesso di un attestato di formazione rilasciato da organizzazioni competenti oppure, temporaneamente, a personale docente esterno:

a) in possesso di diploma di laurea, preferibilmente in lingue, e dell'attestato di formazione di cui all'alinea;

b) cultore della lingua internazionale esperanto.

Art. 4.

1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, valutato in 5 milioni di euro per l'anno 2010, in 5 milioni di euro per l'anno 2011 e in 10 milioni di euro per l'anno 2012, si provvede mediante incremento, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, delle aliquote di base dell'accisa sui tabacchi lavorati stabilite dall'allegato I annesso al testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive modificazioni, al fine di assicurare maggiori entrate in misura corrispondente agli oneri indicati per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012.
2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Renato Corsetti
Via del Castello, 1
00036 Palestrina, Italujo
renato.corsetti@esperanto.it

lunedì 14 novembre 2011

Premio "Zamenhof - Le Voci della Pace", 2 dicembre 2011.


Dal Prof. Aldo Grassini ricevo e pubblico:

Ancona, Teatro Sperimentale
Venerdì 2 dicembre ore 21
Ingresso libero
La Federazione Esperantista Italiana propone:
PREMIO "ZAMENHOF - LE VOCI DELLA PACE"
e
PREMIO "UMBERTO STOPPOLONI - LE INTEGRAZIONI IMPOSSIBILI"
DECIMA EDIZIONE
per il 2011 riceveranno il Premio "Zamenhof" (una scultura di Walter Valentini):
l'attrice e regista SIMONA MARCHINI per il suo impegno quale Ambasciatrice dell'UNICEF;
NELLO FERRIERI ed ELISABETTA ANTOGNONI, promotori della Fondazione CINEMOVEL che porta il cinema nei più sperduti villaggi dell'Africa;
VIOLETTA DE FILIPPO, esperantista non vedente, che da alcuni anni insegna gratuitamente ai ciechi in Etiopia.
Il Premio "Stoppoloni" è assegnato a PEZZI DI RICAMBIO, un'associazione che attraverso la pratica della musicoterapia in un'orchestra, aiuta a risolvere situazioni di disagio per persone in difficoltà.
La serata sarà conclusa dalla presentazione de "La Diritta Via" con Giuliano Turone, il noto ex magistrato (anch'egli esperantista) che proporrà in forma teatrale una lezione-spettacolo sulla Costituzione Italiana.
In occasione della Decima Edizione della manifestazione verrà distribuito gratuitamente agli intervenuti un libro che riassume i dieci anni della prestigiosa manifestazione.
La Provincia di Ancona, la Regione Marche, il Comune di Ancona, l'Università della Pace delle Marche, Il Museo Tattile Statale Omero hanno dato il loro Patrocinio.
Sponsor: Immobiliare Elle e Mariotti Costruzioni.
Al termine è prevista, per chi lo desidera, una cena in un elegante ristorante di Ancona. Costo E. 22. A causa dei posti limitati è necessario prenotare telefonando a Daniela Bottegoni, tel. 339/80007222.
Per chi intende pernottare suggeriamo due alberghi con i quali si sono concordati prezzi speciali:
Hotel City, via Matteotti 112 (nei paraggi del Teatro Sperimentale e del ristorante): camera doppia con prima colazione E. 84; camera singola E. 52.
Hotel della Rosa, in piazza Rosselli (la piazza della stazione ferroviaria): camera doppia con prima colazione E. 70, camera singola E. 45.
Anche per gli alberghi è opportuno prenotare tramite Daniela Bottegoni.
Si prevede, come sempre, una larga affluenza di pubblico. Si raccomanda pertanto di presentarsi puntuali in teatro.

venerdì 11 novembre 2011

Circolare sulle quote associative ed abbonamenti vari












Federazione Esperantista Italiana F.E.I.

Via Villoresi, 38 – 20143 Milano
tel. / fax 02 – 58100857

Milano, Novembre 201
OGGETTO: Quote sociali – iscrizioni ed abbonamenti a periodici – anno 2012

  • ai consiglieri F.E.I.

  • ai Gruppi esperantisti

  • ai Soci isolati

QUOTE SOCIALI per l'anno 2012 in euro:

Socio ordinario 28,00

Socio familiare 14,00

Socio giovane 14,00

Socio sostenitore 84,00

Socio garante 280,00

La quota del Gruppo è di 8,00 € (con diritto di ricevere la rivista ecc.)

I gruppi con almeno 10 soci e che hanno pagato la quota di Gruppo possono trattenere sulle suddette quote, purchè inviate alla FEI tramite loro, come aiuto per l'attività locale:

7,50 su ogni quota di ordinario

3,75 su ogni quota di familiare o giovane

22,50 su ogni quota di sostenitore

75,00 su ogni quota di garante

Si ricorda:

1 - Hanno diritto alla quota ridotta i giovani che nell'anno 2012 non compiono i 25 anni, quindi nati dall' 01.01.1988.

2 - Si raccomanda di inviare le adesioni con sollecitudine, di specificare sempre se trattasi di rinnovo o di nuovo iscritto e la completa data di nascita (obbligatoria per la quota giovani e necessaria sino ai 30 anni per motivi amministrativi). L'indirizzo è facoltativo se rimane invariato.

3 - Si consiglia di dare anche l'indirizzo elettronico per ricevere rapidamente notizie, informazioni, ecc.

4 - Nel rispetto della legge n° 675/96 sul trattamento dei dati personali, quelli dei Soci verranno utilizzati con la massima riservatezza, ed esclusivamente in segreteria e per l'invio delle comunicazioni e delle informazioni riguardanti la nostra attività.

5 - A partire dal secondo numero dell'anno, la rivista “L'Esperanto” verrà inviata solo ai soci in regola con il pagamento della quota. Nessun arretrato verrà poi spedito ai ritardatari.

I versamenti sono da indirizzare alla FEI, sul c.c.p. N° 37312204 a lei intestato, oppure tramite Banca Intesa/San Paolo - Ag. MI 002 - S. Gottardo, sul conto N° 36255/62 - cod. IBAN: IT06 A030 6909 4460 0000 3625 562.

Si ringrazia tutti anticipatamente per la collaborazione.

ABBONAMENTI A PERIODICI ESPERANTISTI, ecc. PER L'ANNO 2012

Pubblichiamo l'elenco delle iscrizioni e degli abbonamenti ai periodici fino ad oggi pervenuti. Altri verranno pubblicati sulla nostra rivista quando verranno forniti.

Onde evitare errori si prega di non inviare abbonamenti per riviste non elencate qui o sulla nostra rivista, senza prima interpellarci.

Iscrizioni all' ILEI € 20,00 (con Internacia Pedagogia revuo)

Iscrizione all'UECI € 21,00 (con Katolika Sento)

Espero Katolika € 21,00

Katolica Sento € 10,00

La Ondo de Esperanto (sped. Normale) € 38,00

La Ondo de Esperanto (sped. Aerea + 5 €) € 43,00

La Ondo de Esperanto (per posta elettr.

Formato PDF . Indirizzo e-mail) € 12,00

Femina € 30,00 (+ libro omaggio)

Homarane (un volume) € 22,00

Literatura Foiro € 44,00 (+ libro omaggio)

Juna Amiko € 16,00

Juna Amiko dalla 3a copia (stesso indirizzo) € 13,00

Monato (spedizione normale) € 50,00

Monato (spedizione aerea + 4 €) € 54,00

Monato (per posta elettronica. Fornire

l'indirizzo esatto di e-mail) € 30,00

La Jaro (spedizione normale) € 5,50

La Jaro (spedizione aerea + 3,5 €) € 9,00

Gli abbonamenti possono essere effettuati tramite FEI, sul c.c.p. N° 37312204 a lei intestato, oppure presso Banca Intesa/San Paolo – Ag. MI 002 – S. Gottardo, sul conto n° 36255/62 – cod. IBAN: IT06 A030 6909 4460 0000 3625 562.

Sia per questi che per tutti i pagamenti, si sconsiglia il ricorso al vaglia postale, più costoso e più laborioso da riscuotere.

Si raccomanda vivamente di far pervenire al più presto gli abbonamenti ai periodici poiché non possiamo garantire l'invio di eventuali arretrati. Inoltre gli abbonamenti pervenuti dopo marzo, verranno raggruppati e spediti alla fine di ogni mese. QUOTE U.E.A PER L'ANNO 2012

MA-(T) Membro individuale con Rivista “Esperanto” e Jarlibro € 61,00

MJ - (T) Membro individuale con Jarlibro € 25,00

MG Membro con libro guida del movimento esperantista € 10,00

SZ Adesione alla -Società Zamenhof- senza diritto di

appartenenza a categoria alcuna € 122,00

SA Semplice abbonamento alla rivista “Esperanto” € 38,00

PT Patrona membro de TEJO (con “Kontakto”) € 75,00

K-TO Abbonamento alla rivista “Kontakto” € 23,00

(T) Per i giovani sino a 29 anni è compresa la rivista “Kontakto”

(obbligatoria la data di nascita)

Per coloro che desiderano iscriversi tramite FEI al:

97a UNIVERSALA KONGRESO DE ESPERANTO

Hanojo, Vjetnamio – de la 28a julio ĝis la 4a aǔgusto

diamo di seguito le quote d'iscrizione in euro:

Sino al 31.12.11 Sino al 31.03.12 Dopo

1 - individua membro de UEA 160,00 200,00 240,00

(ne inkluzivas MG)

2 - ne individua membro de UEA 200,00 250,00 300,00

3 - komitatano, kunulo, junulo, 80,00 100,00 120,00

handikapulo, mem individua

membro de UEA

4 - kunulo, junulo, handikapulo 120,00 150,00 180,00

ne individua membro de UEA

I versamenti si possono fare tramite la FEI, sul c.c.p. N° 37312204 a lei intestato, oppure presso Banca Intesa/San Paolo – Ag. MI 002 – S. Gottardo, sul conto n° 36255/62 – cod. IBAN: IT06 A030 6909 4460 0000 3625 562.

Per il Congresso, dati i lunghi tempi di notifica dei vostri versamenti, specie in c.c.p. (e per l'UEA fa fede la data di pagamento da parte della FEI), si prega di spedire per lettera, messaggio di posta elettronica o fax l'iscrizione e la fotocopia del pagamento, o comunicarla telefonicamente. Grazie per la vostra cortesia.

Renato Corsetti

Via del Castello, 1
00036 Palestrina, Italujo
renato.corsetti@esperanto.it

mercoledì 9 novembre 2011

Dalla solita voce del Presidente RENATO CORSETTI


ricevo e pubblico


A Frascati siamo in 5 gatti e ne siamo fieri.

Attirare gente ai corsi in presenza (quelli che ...tutti i giovedi' dalle 18 alle 19) è sempre più difficile. Tuttavia come progetto 125 (festeggiamenti per i 125 anni dell'esperanto) ci siamo posti tra l'altro l'obiettivo di avere almeno 125 allievi nuovi ai corsi di esperanto in presenza. Valgono solo quelli completamente nuovi, che ancora non sapevano al momento dell'inizio dle corso, che tutti i sostantivi finiscono in -o.

Giochiamo sui piccoli numeri, ma se non arriviamo a 125, possiamo salire su un monumento altro 125 metri e suicidarci. Per adesso, vi prego, scrivete all'indirizzo <125@esperanto.it> e dite quanta gente nuova avete al vostro corso. Fabio Bettani lo registrera' nella pagina http://www.esperanto.it/125/corsisti.php .

Se volete darvi una ripassata al Progetto 125, leggete la pagina http://www.esperanto.it/125/ .
Ciao
Renato

All’interno del progetto 125, stiamo meditando
di proporre a un pubblico
non esperantista le 125 parole chiave del nostro
mondo. Adottane anche tu almeno una
un po’ come sta facendo ora la Dante con
l’italiano), e raccontaci perché la trovi
così significativa, indicando e illustrando le
ragioni della tua scelta (come in una
specie di storia culturale della parola stessa).
Aiuterai la redazione del progetto a
lavorare meglio e a essere più incisiva.
Quando avrete preparato il testo della
parola scelta, mandatelo a
<125@esperanto.it>.
Davide Astori


Esperanto 125 è la campagna informativa 2012 a favore dell'esperanto in occasione del 125° anniversario dalla pubblicazione del primo volume, l'Unua Libro di Zamenhof (1887).

I progetti della Federazione Esperantista per il 2012:
  • 1250 partecipanti ai corsi di esperanto in rete
  • 125 partecipanti ai corsi di esperanto dal vivo
  • 125 diplomati di primo grado presso l'Istituto Italiano di Esperanto
  • 125 parole chiave dell'esperanto in una rivista non esperantista
  • 12,5 gemellaggi fra gruppi esperantisti di città gemellate
  • 1 convegno per promuovere l'anniversario presso il pubblico
Torna spesso su questa pagina: aggiorneremo maggiori dettagli su ciascun obiettivo e ne aggiungeremo molti altri!

Vuoi collaborare alla nostra campagna? Vuoi suggerire altre modalità di promozione dell'esperanto e altri obiettivi da raggiungere con Esperanto 125? Contattaci subito all'indirizzo 125@esperanto.it.