L'Esperanto non è un' utopia come non è retorica quando la si descrive come lingua di pace e di fratellanza fra razze, popoli e paesi. (Franco Giannini)
venerdì 20 agosto 2010
Un congresso per festeggiare cento anni di comunicazione tra i popoli
COMUNICATO STAMPA FEI
Il Congresso Italiano di Esperanto, che si svolgerà a Lignano Sabbiadoro dal 21 al 28 agosto, festeggia quest’anno il giubileo della Federazione Esperantista Italiana, l’ente che da ormai cento anni si occupa della divulgazione dell’esperanto sul territorio nazionale.
L’esperanto, lingua internazionale politicamente neutrale, è nato con l’obiettivo di facilitare il dialogo tra popoli di lingue diverse, favorendo dunque lo scambio di idee e la conoscenza delle reciproche culture e garantendo, allo stesso tempo, che tale scambio si svolga a un livello pienamente paritario.
Proprio il tema della tutela dei diritti linguistici nell’ambito della Comunità Europea, oggi sempre più ampia e ricca di etnie, sarà al centro dei seminari e delle conferenze di questo Congresso Italiano, che si annuncia come il più multiculturale di sempre, contando circa trecento iscritti da 36 nazioni, molti da paesi europei nuovi annessi e da possibili futuri candidati.
L'esperanto, come lingua per i rapporti internazionali, non si prefigge di sostituire le altre lingue, ma anzi di fungere da schermo, dietro il quale le altre lingue possono liberamente essere usate e svilupparsi all'interno dei singoli Paesi, etnie, ecc. Oggi invece, l'uso di una lingua nazionale come lingua franca porta ad una situazione di continua pressione affinché anche all'interno dei Paesi di altra lingua alcune delle funzioni delle lingue nazionali vengano assorbite dalla lingua franca. In pratica in Italia alcune cose vengono sempre più fatte direttamente in inglese con conseguente discriminazione degli italiani, che non parlano inglese, e con la progressiva riduzione dell'italiano a dialetto europeo. A livello europeo questo significa dividere i cittadini europei in due caste, anche considerando che coloro che già parlano una lingua germanica, come nell'Europa del Nord hanno maggiore facilità a parlare in inglese.
A questo tema saranno dedicati una serie di incontri tenuti dal segretario della Unione Esperantista Europea, Zlatko Tiŝljar.
Ma il programma culturale del congresso non si limita al tema congressuale. Ci saranno corsi di esperanto per principianti e di livello superiore, tenuti da insegnanti di esperanto con lunga esperienza in molti Paesi, Anna Lowenstein e Gražina Opulskienė, ed un seminario sulla didattica dell'esperanto con successivi esami secondo le norme del quadro europeo di riferimento per le conoscenze linguistiche.
Tatjana Aŭderskaja e Nina Danylyuk, ucraine, parleranno di temi legati al folclore ucraino, Roman Dobrzyński di Chopin, in occasione dell'Anno internazionale di Chopin, Johan Derks e Svetlana Svetlana Milanovič parleranno invece di progetti educativi in Africa in corso di realizzazione da parte degli esperantisti. Davide Astori, docente di linguistica generale all'Università di Parma, fa la parte del leone, con corsi di italiano per stranieri, tenuti in esperanto, con una conferenza "Ma l'esperanto è davvero una lingua?" e con un'altra conferenza sulle idee di fratellanza umana di Zamenhof, iniziatore della lingua.
Verrà presentata anche al pubblico di Lignano la cultura esperantista in molte delle sue sfaccettature. Cantanti e gruppi come JoMo, dalla Francia, Mikaelo Bronŝtein, dalla Russia, Georgo Handzlik, dalla Polonia, Ĵomart e Nataŝa, dalla Svezia, offriranno un panorama variegato di quella cultura, sconosciuta a molti, che i parlanti di esperanto vanno creando in questi ultimi anni.
Tutto questo avverrà in solo esperanto e per una settimana i 300 partecipanti provenienti da 35 paesi renderanno Lignano una piccola capitale dell'esperanto, una lingua alla quale i politici europei farebbero bene a guardare tra un quota latte, una direttiva sulla curvatura delle banane ed un bellissimo discorso sul multilinguismo, fatto solo in inglese.
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